e seguito il testo, se preferisci leggerlo in PDF puoi scaricarlo cliccando qui
Pre-scindere – puntata del 12 giugno 2021 del podcast Pillole di Stregheria E allora impara a vivere. Tagliati una bella porzione di torta con le posate d'argento. Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi. Apri gli occhi. Impara come fa la luna a tramontare nel gelo della notte prima di Natale. Apri le narici. Annusa la neve. Lascia che la vita accada. L’ha scritto una donna - Sylvia Plath Io sono Annalisa, oggi è il 12 giugno 2021 e questa è una puntata di Pillole di stregheria, l’unico podcast di stregheria femminista che settimana dopo settimana ti dimostra che non sei né matta né sola. Non ripeterò mai abbastanza quanto io sia grata alle donne che in cerchi condividono con me percorsi di ricerca come la scuola di stregheria on line, la cospirazione magica o la scuola estiva in montagna e gli incontri di preparazione del percorso della fascia di Afrodite. Ti sembra tutto molto misterioso? E’ tipico delle streghe fare cose misteriose. Però, dicevo, sono grata perché è grazie alla loro generosa voglia di conoscere sé e le altre, allo studio e alla disponibilità alla condivisione profonda che questo podcast continua ad essere un riferimento per chi, prima di conoscerlo, si sentiva matta e sola. Detto questo, questa puntata è l’ultima delle tre dediate a Femella, una delle cinque archetipe proposte da Lazara Firefox Allen in Jailbreaking the Goddess. Nel frequentarla insieme ad altre donne, appunto, la parola che più mi ha coinvolta è stata “ingenuità”. Il vocabolario Treccani la definisce: “sincerità, innocenza, candore d’animo, semplicità ma anche dabbenaggine, eccessiva fiducia negli uomini e nelle cose per inesperienza del mondo.” Va detto che nell’antica Roma ci si riferiva con l’aggettivo ‘ingenuo’ a chi era nato libero e che dare ad altre di ingenue vuol dire porsi in una ridicola posizione di superiorità. Nella discussione erano alcune donne a riconoscersi ingenue e il passo successivo è stato approfondire come possa diventare una questione cruciale del vivere di ogni giorno di una donna in una società patriarcale quello di sentirsi al sicuro nella certezza che se qualcosa succederà ci sarà sempre qualcuno che ci accuserà di essercelo andato a cercare. “Le cicatrici lasciate dalla violenza e dalle aggressioni sessuali non scompaiono, non importa quanto tu sia amata o quanti soldi hai fatto. Il mio stare allerta perenne è diventato una barzelletta di famiglia, ma prego che le mie figlie non abbiano mai le stesse ragioni per odiare i rumori forti o improvvisi o il trovarsi persone dietro di te che non hai sentito arrivare. Non lo dico per attirare le vostre simpatie ma per solidarietà all’enorme numero di donne che hanno storie come la mia e sono state accusate di essere bigotte perché difendono il diritto delle donne di avere spazi per sole donne” Joanne Rowling “Le persone trans sono chi dicono di essere e meritano di vivere la propria vita senza essere costantemente interrogate o informate di non essere chi dicono di essere” Emma Watson Come hanno fatto Michela Murgia e Chiara Tagliaferri nell’ultima puntata di Morgana – Sono io l’uomo ricco - di straordinaria lunghezza e profondità e che puoi vedere qui https://youtu.be/61Fg9qpqvSE, ho voluto riportare queste citazioni perché le trovo entrambe profondamente autentiche e credo che, come spesso succede, il problema sia la soluzione, o meglio la soluzione che ognuna delle due parti ritiene sia l’unica possibile. Riconosco la profondità del desiderio delle donne di avere spazi sicuri in cui incontrarsi e anche la necessità di negoziare con tutte le donne quali debbano essere le caratteristiche di quegli spazi perché ognuna si senta al sicuro. Se abbiamo escluso gli uomini da molti cerchi di donne credo che abbiamo il diritto di decidere chi ci debba entrare e come. “La vera storia del sesso Dopo tutti i libri che sono stati scritti sul sesso, tutti i blog e i programmi televisivi e le risposte degli esperti alla radio, com’è possibile che abbiamo ancora tante domande? Te lo dico io. La frustrante verità e che ci hanno mentito, non deliberatamente, non è colpa di nessuno, ma è così. Ci hanno raccontato la storia sbagliata. Per molto, molto tempo, la scienza e la medicina occidentali hanno considerato la sessualità femminile come una versione light di quella maschile: essenzialmente uguale,ma un po’ carente. Per esempio, si dava più o meno per scontato che, poiché gli uomini raggiungono l’orgasmo durante la fase in cui il pene è dentro la vagina (coito), anche le donne dovrebbero avere l’orgasmo nella stessa fase, e se non succede è perché hanno qualcosa che non va. In realtà, circa il 30% delle donne raggiunge sistematicamente l’orgasmo durante il coito. Per il restante 70% l’orgasmo arriva durante il coito solo a volte, raramente o mai, e sono tutte donne sane e normali. Una donna può avere un orgasmo in moltissimi altri modi – sesso manuale, sesso orale, vibratori, stimolazione del seno, succhiamento delle dita dei piedi, più o meno qualunque cosa si possa immaginare – e non raggiungerlo invece durante il coito. E’ normale”. Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski Parlando, appunto, nel cerchio di donne, di ingenuità, sicurezza e libertà, ci siamo dette che ciò che spesso ci manca sono gli strumenti per riconoscere e nominare la violenza, riconoscere e nominare la nostra reazione e trasformare ciò che viviamo in esperienza che renda la rabbia, necessaria e benvenuta, un fuoco che scalda e muove e in ciò si esaurisce e crea e non una spina nel fianco, un dolore inestinguibile come quello della strega Karaba nella storia di Kiriku. La metamorfosi del dolore permette di trasformare l’esperienza in qualcosa di vissuto e non di subito. Un’esperienza vissuta pienamente nel corpo e di quello oggi voglio parlare, di consapevolezza del corpo. “Due parole sulle parole I genitali esterni femminili si indicano nel loro complesso con il nome di ‘vulva’. La vagina è invece il canale interno che risale fino all’utero. Spesso si sente usare il termine vagina per riferirsi alla vulva, ma tu ora sai la differenza e, se stai in piedi nuda davanti allo specchio, vedi il classico triangolino? Quello è il monte di Venere. Chiaro? Vagina: canale interno fra vulva e utero Vulva: genitali esterni Monte di venere: zona coperta di peli sopra l’osso pubico. Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski Ma torniamo all’ultima puntata di Morgana, in buona parte dedicata a Joanne Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter. Dopo averla definita TERF (acronimo di Trans Excludent radical feminist) epiteto che molte considerano un’offesa e dopo aver descritto come per le sue dichiarazioni riguardo a chi debba essere o meno considerata donna abbia ricevuto oltre a tonnellate di insulti anche minacce di morte, Murgia approfondisce con Drusilla Foer i motivi della sua distanza dal pensiero di Rowling arrivando ad concludere che le variabili che definiscono ogni persona sono talmente tante che considerarsi affine alle donne per appartenenza di genere non è concepibile. “Le labbra, grandi e piccole La nostra visione culturale delle grandi e piccole labbra non corrisponde alla realtà biologica. Nel porno soft-core, le vulve sono modificate con mezzi digitali per conformarsi ad un modello specifico con labbra “all’indentro” e colorazione omogenea in modo da essere “meno dettagliate”. Ciò vuol dire che le rappresentazioni culturali della vulva si limitano ad una gamma di varianti molto ristretta. Nella realtà, i genitali presentano notevoli differenze tra una persona e l’altra; e quasi mai una delle tante possibili conformazioni può essere considerata patologica. Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski La domanda è, dice Murgia: quell’esperienza fisica che si vive nel nascere donna può essere totalizzante rispetto all’identità che puoi esprimere? Io ho sempre dato per scontato di sì e sono affezionata a quest’idea anche per la sua portata politica. Naturalmente totalizzante è una parola grossa ma se riconosciamo alle donne una comune condizione di oppressione, come si può condividere profondamente uno spazio politico e di lotta e magari anche uno spazio di esposizione “ingenua, libera e sicura” con chi quell’oppressione non la sperimenta? Se tutte dobbiamo chiamarci donne sulla base di una esperienza emotiva necessariamente individuale che ne è del riconoscimento e del rispetto degli spazi di racconto intimi, protetti e sicuri di ha vissuto anche altre oppressioni (che specularmente comportano privilegi) come quelle legate al colore della pelle, allo status sociale ed economico? Quanti spazi dovranno essere aperti a chi è espressione inevitabilmente anche corporea di privilegio? L’intoccabile espressione emotiva individuale, come la chiama Drusilla Foer è più importante del rischio di ulteriore obliterazione delle donne? Non sono ammissibili ambiti di negoziazione? Clito, sempre clito, fortissimamente clito La clitoride è gremita di terminazioni nervose. La parte visibile della clitoride, il glande clitorideo, si trova nella parte alta dei genitali, a una certa distanza dalla vulva, come potrai notare. La clitoride è… Un film al cinema: è uno spettacolo. Un’esplosione fragorosa: è uno schianto. Una cantica dantesca: è il Paradiso. E’ la tua Stazione Centrale delle sensazioni erotiche. In media otto volte più piccola del pene, ma con quasi il doppio delle terminazioni nervose, può avere dimensioni comprese tra quelle di un pisello appena visibile a quelle di un cetriolino abbastanza grande, di qualunque misura intermedia,e in ogni caso è sempre normale e sempre bella. Da un punto di vista culturale, per clitoride si intende “la piccola protuberanza in cima alla vulva”: Ma la definizione dal punto di vista biologico è piuttosto “struttura anatomica estesa, prevalentemente interna, la cui estremità affiora in cima alla vulva.” E’ un possedimento sottovalutato ed estremamente sensibile che si trova in ogni corpo. Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski In una scuola superiore di una città italiana che non dirò nemmeno sotto tortura, frequentata da circa 500 ragazze e 100 ragazzi un’insegnante per ANNI propone in tutti i luoghi possibili l’adozione, nelle comunicazioni della scola, di un linguaggio che includa anche le ragazze e le professoresse. Ne parla alla Preside, al Collegio dei docenti, ai sindacati, a colleghe e colleghi, senza alcun risultato. Un giorno un alunno comunica ad una professoressa di aver riconosciuto in sé una identità non binaria. Dal giorno dopo nelle comunicazioni appaiono asterischi, schwa e tutto un apparato comunicativo inclusivo che nemmeno al dipartimento delle pari opportunità presso la presidenza del consiglio dei ministri. Chi è che sperimenta l’oppressione, l’invisibilità, il non riconoscimento? Ho pensato di potermi mescolare, di far parte finalmente di uno stare al mondo che coinvolge uomini e donne e lascia fuori me. Dal racconto di Medea ascoltato ad Altradimora in un fine settimana di gennaio fra donne “La verità sull’imene Forse hai l’imene – una sottile membrana lungo il bordo inferiore dell’apertura vaginale – o forse no. In entrambi i casi, ti garantisco che praticamente tutto ciò che ti hanno raccontato sull’imene è sbagliato. L’affermazione che più si avvicina alla verità è quella secondo cui l’imene può procurare dolore durate il coito, se non è abituato alla pressione; questa è una delle possibili cause del dolore associato alla penetrazione, ma decisamente non la più comune. (La causa più comune è una lubrificazione insufficiente). Però non è che l’imene si laceri e resti lacerato per sempre, come una specie di sigillo di garanzia. Se un imene si lacera o si ammacca guarisce e le sue dimensioni non variano a seconda del fatto che la vagina sia stata penetrata o meno. Inoltre di solito l’imene non sanguina e quando comincia ad essere regolarmente sottoposto a tensione diventa più flessibile. E’ un altro esempio dell’estrema variabilità dei genitali femminili ed esemplifica profondamente il modo in cui noi umani metaforizziamo l’anatomia. Si tratta di un organo che non ha alcuna funzione biologica, eppure la cultura occidentale da lungo tempo vi ha costruito intorno una storia suggestiva. E’ una storia che non ha niente a che fare con la biologia, ma solo con il controllo sulle donne. La cultura ha visto una “barriera” all’imboccatura della vagina e ha deciso che quella barriera era un indicatore di “verginità” che è già di per sé un concetto biologicamente privo di senso. Un’idea così stramba poteva essere concepita solo in una società nella quale le donne erano letteralmente proprietà degli uomini, e le loro vagine il possedimento dal valore più elevato: una comunità chiusa. Donne vengono picchiate o uccise perché non ce l’anno e alcune si sentono dire che: “non possono essere state violentate” perché il loro imene è intatto.” Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski Un’altra delle suggestioni portate da Murgia nell’ultima puntata di Morgana del ciclo – Sono io l’uomo ricco – è che i Celti si attribuissero due nomi, uno pubblico e uno privato e che quest’ultimo fosse conosciuto solo ai familiari, a quelli di cui si era certi di potersi fidare. Nel parlare della magia del nome Drusilla Foer sottolinea l’importanza, per potersi definire pienamente, della consapevolezza di chi si è, della chiarezza della visione che si ha di sé, almeno in quel momento, per creare l’incanto e non cadere nell’inganno. Sento molto vicina questa riflessione a quella secondo me basilare sul proprio autentico desiderio che come la parola ABRACADABRA, creo ciò che dico, attraverso intento, focalizzazione e azione agisce sulla realtà senza pretese o aspettative. “I tuoi genitali sono normali – e non solo normali ma adorabili, belli, conturbanti, deliziosi, eccitanti e così via per tutto l’alfabeto fino a zuccherosi – a prescindere dal loro aspetto. Sono composti dalle stesse parti che formano i genitali di chiunque altra, ma organizzate in una conformazione del tutto unica, la tua. Questa verità si applica ad ogni singolo aspetto dell’espressione sessuale umana: i nostri desideri e gli aspetti fisiologici e psicologici della nostra sessualità sono tutti composti dalle stesse parti, solo organizzate in modo diversi.” Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski In conclusione di questa riflessione con il corpo, senza il quale non potrei pensare e che continuo a considerare imprescindibile per raggiungere qualunque consapevolezza di sé e del proprio desiderio perché in buona parte determinato proprio da quel corpo e dal suo sentire, mi riprometto e ti invito a cercare il tuo nome segreto, quello privato, per poche o pochi, parola magica con un inizio e una fine che non serva per proteggersi ma per ricordarsi ciò che per è autentico e prezioso, almeno per un po’.
0 Comments
La Casa delle streghe si è definita fin dalla sua nascita un "rifugio", uno spazio dove esercitare fra donne la libertà di seguire la propria traccia, principalmente in termini di autentico desiderio.
In questo anno, diverso da ogni anno già conosciuto, c'è stato il modo, il tempo e anche le risorse per approfondire il tema della sostenibilità del vestiario e, in generale, dei prodotti tessili, ma ciò che alla Casa diventa tema di studio anche archetipico non può che essere anche strumento di conoscenza pratica. E' così che sono arrivate lane, fusi, e alla fine anche un telaio (anzi più di uno). La scuola estiva vera e propria, dedicata alle lane locali, sarà a Navelli (AQ) dal 29 luglio al 7 agosto, alla Casa, nel corso dell'estate 2021, ci sarà la possibilità di familiarizzare con una serie di materiali e strumenti necessari per filare, tingere e tessere e feltrare che, se dovessero essere acquistati da ognuna, comporterebbero un investimento consistente e complesso. Non ci sono periodi prestabiliti, la Casa sarà aperta tutto il mese di luglio e chi vorrà raccogliere l'invito sarà la benvenuta. Qui trovi le indicazioni di base per essere ospite della Casa e qui la visione e il senso di questa esperienza. Non mi considero una maestra in nessuna di queste arti, se non nella selezione, lavaggio e filatura della lana e nell'introduzione al feltro ad acqua, ma mi sento in grado di farti sperimentare i primi passi e di accompagnarli con approfondimenti sul profondo senso simbolico di questo tipo di esperienza. Benvenuta, ti stavo aspettando. Per info scrivi a [email protected] oppure via messenger al profilo FB @lacasadellestreghe o via IG @lacasadellestreghe "Dì, ma l'hai visto Nomadland?"
"Cosa?" "Massì, il film con Frances McDormand che ha vinto un sacco di Oscar!" "Ah! No, ma volevo guardarlo" "Beh, allora fallo alla svelta, parla di te". Ci sono persone che mi conoscono da tanto tempo, con cui ho condiviso giorni, mesi di vita ordinaria, di quella che passa e nemmeno te ne accorgi, vacanze, struggimenti, entusiasmi, stupidaggini, incazzature e meraviglie, con una di queste ho avuto il dialogo di cui sopra: breve, conciso, essenziale, impossibile da ignorare, e allora l'ho fatto, ho guardato il film e mi sono stupita moltissimo perché racconta di una donna che sceglie di nuovo e di nuovo la solitudine e il viaggio come dimensione esistenziale essenziale. A volte si impara molto più di sé dallo sguardo delle altre che dal proprio, mi sono trovata a fare i conti con la sensazione di profonda verità nel suo vedermi e la cosa migliore che ho pensato di fare è di prenderla come un suggerimento e partire. Già avevo deciso di andare col camper da casa al Delta del Po per la ricerca di Penelope, così invece di tornare, nei giorni fra il 24 e il 28 maggio proseguirò per Modena, Parma e poi dove vorrai incontrarmi nel percorso che mi porterà fino ad Alessandria per l'incontro annuale della Rete delle Tende Rosse e Cerchi di donne e che poi fra il 31 maggio e il 3 giugno mi porterà da Finale Ligure a Firenze. Se ti trovi sul percorso (tanto faccio la strada normale) e hai voglia di fare quattro chiacchiere fra streghe, occhi negli occhi, scrivimi a [email protected] oppure via messenger al profilo FB @lacasadellestreghe o via IG sempre @lacasadellestreghe. Ci sono quelli che intervengono sotto ogni post in cui si parla di donne per dire “Eh, però anche gli uomini...” e quelli che fanno la mossa di essere scientifici per portare avanti un pensiero denigratorio sulle donne con l’aria di quelli che si basano su dati “oggettivi”.
Con un caso come quest’ultimo voglio aprire una nuova rubrica della serie: “allenamenti per non farsi fregare dai bei discorsi” perché ultimamente mi sta capitando spesso e penso che possa essere utile a tutte come esercizio all’attività critica anche cavillosa, perché no. Quindi il caso in questione è questo https://www.psychnewsdaily.com/study-links-mindfulness-meditation-to-narcissism-and-spiritual-superiority/ e subito il titolo e l’immagine sono tutto un programma: “Uno studio collega la meditazione midfulness al narcisismo ed alla superiorità spirituale” con una bella immagine di donna giovane e avvenente in cima ad un picco roccioso con gli occhi chiusi e l’espressione placida di chi ha trovato il Nirvana. Il titolo sarà completamente contraddetto dalle conclusioni ma intanto l’effetto c’è, il post gira e un sacco di gente si può sentire superiore a quelle donnucce che perdono tempo con la meditazione e la spiritualità. Intanto l’abstract originale ci dice che l’attività spirituale, che ci si aspetta sostenga l’autostima, può avere l’effetto paradossale di aumentare i sentimenti di superiorità (dico, ma questi con un prete non ci hanno mai parlato???). Queste attività possono quindi sostenere l’autostima ma, di più, il narcisismo comunitario e quello spirituale oltre a dotare gli intervistati di “un’eccessiva sicurezza soprannaturale” ed una guida spirituale auto-attribuita (credo che potrei tranquillamente rispecchiarmi in questa descrizione e che, anzi, ho ricercato questo stato per anni). In conclusione ciò che dovrebbe essere mirato a trascendere l’ego finisce per sostenerlo… traduzione: invece di diventare fedeli servitori del santone di turno si tende a mantenersi centrati su di sé e a fidarsi delle proprie percezioni. Cosa sia eccessivo lo stabiliscono gli scienziati a priori. Uhm, proviamo ad andare avanti. L’articolo già all’apertura disorienta: chi segue un percorso spirituale dovrebbe tendere verso la distanza dall’ego e quindi da cose come la necessità di approvazione sociale o di successo preferendo invece l’autoaccettazione senza giudizio (come le due cose siano contrapposte non si sa) mentre sembra invece scatenare desideri di essere più rispettati ed amati (come se questo non fosse il costante motivo alla base di ogni azione umana); come tutto ciò sia compatibile con un aumento del senso di superiorità lo sanno solo loro ma per “misurarlo” hanno creato anche uno strumento: il livello di superiorità spirituale che misura quanto le persone si sentono superiori ad altre che mancano della saggezza spirituale che si autoriconoscono. Per misurare le persone quindi gli fanno mettere delle valutazioni da 1 a 7 su frasi come: “Sono più in contatto con i miei sensi della maggior parte degli altri”; “Sono più consapevole di ciò che si muove fra cielo e terra della maggior parte delle persone” e “Il mondo sarebbe un posto migliore se altri avessero la capacità di visione che ho ora”. Non contenti di fare domande del genere a persone che hanno speso anche cifre consistenti, magari per anni, per seguire un percorso spirituale, creano anche delle scale valoriali come quella della “guida spirituale” per “misurare” la disponibilità ad aiutare altri a seguire lo stesso percorso di saggezza, oppure la “supernatural overconfidence” (troppo bella per tradurla) che prevede di posizionarsi rispetto a frasi come “posso mandare energia positiva a persone lontane” oppure “posso contattare persone decedute” oppure “posso influenzare il mondo intorno a me con i miei pensieri”. Non contenti hanno creato anche un’altra “scala”: il livello di connessione fra la spiritualità e la stima di sé con frasi come: “la mia fiducia in me stesso aumenta con l’aumentare della mia saggezza spirituale” oppure “quando acquisisco visioni spirituali aumenta il mio senso di me”. L’andamento dei valori sulle tre scale, attenzione, si correla positivamente con il narcisismo, la stima di sé e altre variabili psicologiche. Gli autori riportano con nonchalance che fra il 75 e il 90% degli intervistati nei loro studi sono DONNE ma questo elemento non sembra avere nessuna influenza sulle loro analisi. Il fatto, ad esempio, che la maggior parte delle donne debbano superare l’infanzia lottando sistematicamente con chi le vuole convincere che c’è un elenco lunghissimo di cose che non è il caso che facciano perché sicuramente non saranno all’altezza come la scienziata, l’ingegnera o l’astronauta o anche solo la guardia giurata o usare un trapano, mentre ci sono cose che DEVONO fare per dimostrare di essere donne come essere sensibili, mettere sistematicamente in secondo piano i loro bisogni e desideri ed occuparsi delle faccende da cui i maschi sono esentati sembra del tutto irrilevante. Il fatto che il 75% di quelli a cui vengono diagnosticate forme di narcisismo patologico (quindi non solo un prendere sé a costante riferimento ma un sistematico annullare l’altr* per affermare se stessi) sia maschio non è oggetto di interesse da parte di questi studiosi. Ma andiamo avanti. I ricercatori sostengono di aver rilevato una correlazione positiva fra il senso di superiorità spirituale, la stima di sé, la consapevolezza, la fiducia nelle proprie sensazioni soprannaturali e la disponibilità ad essere guida spirituale per altri. In pratica chi fa percorsi spirituali pensa di avere acquisito della capacità che altri non hanno, si fidano di ciò che hanno imparato, si considerano consapevoli e sono disponibili a seguire altri nello stesso percorso e sono quasi tutte DONNE!!! Ma siamo matti??? Naturalmente tutto questo è un’illusione e loro lo sanno bene tanto da poter titolare “La consapevolezza e la spiritualità non vanno di pari passo” e poi “L formazione stessa potrebbe aumentare ulteriormente la loro fiducia. Questo perché nessuno standard di prestazione oggettivo può dimostrare in modo definitivo che non siano effettivamente dotati in modo paranormale.” E questi si sentono autorizzati a valutare il senso di superiorità altrui? Per ottenere ulteriori prove del loro eccezionale studio perdono tempo anche con un campione casuale che conferma la correlazione: chi fa un percorso spirituale (il 10% del campione, siamo in una botte di ferro) si sente più sicuro delle proprie percezioni di chi non lo fa. Mi inchino al genio. Ma veniamo al narcisismo spirituale che definiscono come il pensare di essere più interessanti ed empatici degli altri. Questo tipo di narcisismo sarebbe riferibile a quello “comunitario”, che cioè ha come manifestazione la sensazione/volontà di essere utile agli altri (sono la persona più servizievole del mondo), contrapposto a quello “agentic” (sono la persona più intelligente del mondo). In ogni caso la correlazione è emersa solo da parte di chi aveva seguito percorsi di formazione “energetica” non meglio definiti e non da parte di chi avesse fatto percorso di meditazione o consapevolezza. A questo punto gli autori dimostrano un minimo di responsabilità e ammettono che non è possibile individuare una relazione causale: può essere che percorsi che non pongono prove o verifiche siano “facili” da seguire per chi cerca elementi per aumentare il proprio livello di autostima e nello stesso tempo proprio per queste caratteristiche possono attirare chi già si sente superiore agli altri in questi ambiti. Il titolo è quindi totalmente contraddetto. Ma chi dimostra di sentirsi davvero superiore sono gli “scienziati” che concludono: “Le persone che hanno accettato di prendere parte a questa ricerca potrebbero non rappresentare gli studenti di spiritualità in generale. "La domanda è se una persona veramente illuminata parteciperebbe ai nostri studi", scrivono gli autori. "Una persona del genere sarebbe interessata o addirittura in grado di rispondere a tutte queste domande" io "?" Ecco, perché la persona davvero illuminata ha il senso di sé di un tavolino, soprattutto se donna. In ogni caso, i ricercatori sperano che la ricerca futura possa "rivelare maggiori intuizioni sugli effetti dell'addestramento spirituale, e possibilmente le condizioni e le caratteristiche della personalità che facilitano una genuina crescita spirituale". Se cosa è genuino sulla via spirituale o meno si valuta sulla base di queste “scale” direi che spero che si dedichino ad altro. L'inizio è stato come un per gioco, fare insieme un pane dolce per il Solstizio d'Inverno, giusto perché era un modo per stare insieme, per divertirci a osare con la pasta acida in un momento in cui i batteri hanno poca voglia di stare a mollo fra burro, latte, uova e zucchero. Passo passo, fra rinfreschi, legature, foto via Telegram specchi di entusiasmi e disperazioni, fra dirette FB e risate private siamo arrivate in fondo e ci è anche piaciuto. Così a febbraio abbiamo celebrato Candelora con le Trecce di Brigid.
Per Pasqua propongo qualcosa che tocca da vicino la mia storia di bambina. Io crescevo a La Spezia e i nonni vivevano in Puglia, tutti e quattro. Andare in Puglia per Pasqua era più bello che per Natale perché il sole era già una festa, ancora più festa che in Liguria dove era facile che piovesse. In Puglia, a Barletta in particolare, le nonne per Pasqua facevano le scarcelle e sopra ci mettevano dei corallini colorati o argentati che per me erano qualcosa di assolutamente esotico e straordinario. A volte ci mettevano anche degli ovetti di cioccolata con tutta la carta argentata intorno. E poi c’era il racconto mitico del nonno che ricordava quando le donne andavano in fabbrica a chiedere il lievito di birra per fare le scarcelle e lui dovette chiedere alla Casa madre a Milano di fargli una macchina che facesse i pacchetti da 25 gr in modo da poter evitare di mettere i dipendenti a fare i pacchettini per le signore. Così nacquero i cubetti che ora troviamo in vendita, anche se per fare le scarcelle a Pasqua ora usano tutti il lievito istantaneo. Lo so, nonno, che non te la sei presa più di tanto che io alla fine ho scritto un libro proprio sul lievito naturale, su quello che i fornai non riuscivano a smettere di usare, invece del lievito che gli proponevi tu, perché la gente non voleva il pane “con la medicina”. Non è che tu fossi proprio entusiasta quando sono arrivata a casa tua per Natale con un pezzettino di pasta acida e mi sono messa a fare, proprio lì, il mio primo pane (sì era una fetecchia ma ci siamo divertiti e la tua faccia ancora me la ricordo). Sabato e domenica le faremo le scarcelle, alcune con la pasta acida e alcune col lievito di birra e parleremo anche di te che, lo so, mi guardi e te la ridi. Il ciclo dei Pani della Dea ripercorre le otto feste dell'anno facendo insieme un "pane" o comunque un lievitato che ci parli del senso di ogni festa. Il cibo unisce, le tradizioni gastronomiche sono ciò che più accumuna e fa sentire vicine le persone e questo vorremmo tentare di fare, sentirci comunque vicine. Questa proposta fa parte dei "Servizi di Stregheria" offerti da Donna dei Boschi tramite la piattaforma Patreon e prevede la condivisione di contenuti di approfondimento sui motivi della scelta degli ingredienti e di quel pane in quel periodo dell'anno e la lavorazione in contemporanea oltre alla verifica insieme dell'andamento delle lievitazioni. Per la partecipazione è gradita un'offerta libera e consapevole che permette di accedere anche a tutti i contenuti offerti settimana dopo settimana alle sottoscrittrici. Qui il link per accedere al gruppo Telegram. Ci vediamo lì! La prima diretta comunque sarà sabato 20 alle 21 sul profilo FB di Donna dei Boschi.
RIDERE: La magia, come viene intesa da tutti quei maestri, può essere una faccenda mortalmente seria. La capacità di ridere, anche di se stesse, di non prendersi troppo sul serio, nonostante tutta l'importanza della questione, è però di vitale importanza nella magia delle donne. Potrebbe sembrare uno dei tanti libri che propongono percorsi di approfondimento mensili sugli aspetti spirituali dell'esistenza, in particolare femminili, ma è molto di più, o almeno lo è stato per le donne che frequentano La Casa delle Streghe. Medusa è stata la prima donna che abbiamo ascoltato e sentito come abbiamo fatto per le Dee nel percorso di ricerca delle Signore del Gioco e ci è piaciuta così tanto che l'abbiamo portata nelle piazze per far sì che le donne potessero mostrarsi in cerchio intorno a lei e, ritualmente, riattaccare la sua testa, ridarle integrità e voce e a sé con lei. Ne sono nate Las Medusas (ma quella è un'altra storia). Come svuoto il mare con un ditale? Per sciogliere questi interrogativi il tempo deve fermarsi, perché il mio tempo di creatura terrestre non basta per adempiere a questi difficili compiti. Devo pietrificarmi, affidarmi alla potenza superiore della Strega, della donna saggia, sperimentare un'altra realtà fuori dal mio tempo e dal mio spazio. La "strega cattiva" che pietrifica si trattiene dal prendere per il collo i ficcanasi invadenti e dà alle persone giovani e inesperte la possibilità dell'iniziazione lasciando che il tempo si fermi.
Se è vero che la Strega, come dice Lisa Lister, è colei che mette TUTTO in discussione, Luisa Francia è stata per me la prima maestra in quest'Arte. Anche quando ci siamo trovate spaesate a confrontarci con la non corrispondenza dei cicli lunari e solari e le abbiamo scritto per chiedere consiglio, la sua indicazione è stata di seguire la nostra Verità. Insomma, nel libro si susseguono i racconti strepitosi di punti di vista divergenti e innovativi su figure che ci accompagnano nei racconti e negli studi fin dall'infanzia: oltre alla Gorgone, Sibilla, Ninfa, Dama Bianca, Amazzone, Morgana, Perchta, Sfinge, Menade, Elfa, Lilith e Salomè, la tredicesima, la più stravolgente. Luisa Francia dà loro voce in prima persona, guarda gli eventi dal loro punto di vista, restituisce il ricordo come protagoniste della LORO storia, herstory, come dicono le anglosassoni. Da allora non ho fatto altro: ogni volta che sento raccontare una storia mi accorgo che la versione delle donne non ha mai spazio e allora la cerco e se non la trovo la immagino come se fosse la mia e il mondo prende tutta un'altra piega, si manifesta l'imprevisto, lo struggente, il magnifico. C'era una volta, in tempi remoti - ed erano bei tempi, benché non fossero né i tuoi tempi né i miei, quindi tanto tempo fa... Così iniziano tante storie che raccontano di questo e quell'altro mondo, di un tempo del quale facevano parte il visibile e l'invisibile, l'udibile e l'inaudito, il pensabile e l'impensabile. Il regno del giorno aveva un'immagine speculare, quella della notte. Tutti gli esseri umani, gli animali e le piante avevano il loro opposto nel regno delle ombre. La mia storia è ri-trovata, cioè trovata di nuovo. E questo significa anche ri-cordata: ri-evocata dall'intimo del cuore. Un giro di tredici lune non mi è bastato, ne ho fatto un altro e un altro ancora e solo ora che sono al quarto ho ben presente mese dopo mese quali segni e quali energie accompagnano la Luna nuova e piena nella sua danza fra le stelle e le madrine delle tredici lunazioni. Ora so quali preferisco e perché, quali sento affini e quali ogni volta sono di nuovo una sfida. Le madrine, come care vecchie amiche, mostrano ogni volta un nuovo aspetto, una sfaccettatura che al primo passaggio era passata inosservata. Le danze, mese dopo mese, permettono di mettere in gioco il corpo, profondamente, di ritrovare dimensioni di contatto con gli elementi che vanno oltre il simbolo rendendo l'esperienza ricordo tangibile. Erbe e animali compongono il gioioso ritrovarsi nella complessità che si compone un pezzettino per volta. Le donne con cui un altro giro è ricominciato non sono le stesse con cui ho iniziato tre anni fa, o almeno non tutte, ma il legame che si è creato in quel primo scoprire e scoprirsi resta forte e crea un linguaggio condiviso che ha permesso la nascita della scuola on line e delle scuole estive e delle Signore del Gioco e di chissà cos'altro ancora. TERRA: Hai notato che ti sostiene? Lei ama essere accarezzata su una delle sue tante colonne vertebrali (sentieri, piste, vecchie vie e strade). Ama i piccoli massaggi picchiettati che derivano dalle danze e dal pestare i piedi. Se hai una buona sintonia con lei (che non di rado nasce attraverso il giardinaggio, il fare ceramica, la raccolta delle erbe e i rituali all'aperto), ti svela volentieri i suoi segreti. Pensaci, quando pretendi il suo aiuto: anche la terra ha sempre più bisogno di guarigione e cura. Come vivi su di lei? Dalla postura nei movimenti di ogni giorno, dal modo di camminare, di guardare, dal come indossare gli occhiali da sole alla scelta dei vestiti, dalla consapevolezza con cui si assiste al mutare delle stagioni ed alla danza dei pianeti nel cielo, il mondo diventa un luogo in cui riconoscersi parte di un canto, in cui l'estasi è essenza dell'esperienza spirituale, in cui le modifiche allo stato di coscienza diventano un caleidoscopio di possibilità di relazione con tutti gli esseri senzienti, in cui nessun sacrificio potrebbe essere grande abbastanza per quello che cerchi (e quindi meglio dedicarsi pienamente alla gioia), in cui la notte è un abbraccio accogliente, non c'è luce senza buio né cielo senza radici, in cui lo spazio è ampio quanto la capacità della mente di espandersi e il tempo è bandito. Sì, questo libro e il lavoro che ne deriva sono la partenza di un viaggio che non finisce mai. Niente visto, niente sentito, niente accaduto, tutto dimenticato ;-) Domenica ho completato con sei splendide donne un lavoro di studio e pratica spirituale durato tre anni. Nell’ultimo spazio di condivisione prima della conclusione in diverse si sono sentite/hanno vissuto come un viaggio attraverso luoghi naturali, che le portava in uno spazio circolare intorno ad un fuoco che sapeva di casa, calore, autenticità, condivisione ed amore. Qualcuna arrivava navigando un fiume con la canoa, qualcuna a piedi, altre galoppando a cavallo, chi volando sulle ali di un drago.
In questi giorni mi sono chiesta se quel luogo esista già intorno a me e mi sono detta di sì. Negli anni, di cerchio in cerchio, attraverso amicizia, vacanze, feste di passaggio, sostegno nei periodi bui, esperienze straordinarie fra donne hanno reso molti legami di cui sono orgogliosa e felice profondi e significativi. Esiste qualcosa che chiamerei casa come una comunità stabilmente dedita allo studio ed alla pratica magiche nel solco di un percorso che per alcune si richiama alla Dea ma che per ognuna prende forme diverse e autonome. Non ho però questa possibilità in uno spazio anche rituale “di quartiere”, non sono finora riuscita, se non per un periodo e con i limiti dovuti anche alla mia ancora embrionale esperienza, a creare un cerchio che accompagni mese dopo mese, festa dopo festa, i miei passi sul sentiero della spiritualità femminile. Uno spazio che sia un appuntamento d’amore, rispettato perché frutto di un’urgenza del cuore e del grembo e perché basato su un senso del legame femminile che è anche responsabilità. Un luogo dove arrivare a cavallo di scope, draghi o centauri per riportare alla memoria il dolce ricordo di una conoscenza che attraversa i secoli e la storia cancellata delle donne, un luogo di gioia, nutrimento e riposo. Si può forse chiamare tentativo di comunità di prossimità o gruppo collaborativo di zona ma la base è l’idea di dare una possibilità calata in una realtà di frequentazione regolare, a quella cultura egualitaria di cui leggiamo nei libri, troviamo tracce nei musei, riempiamo i nostri sogni più belli. Sono disposta a tentare di costruirla qui ed ora anche se e quando mi venga richiesto impegno e una limitazione della mia libertà pur di fare esperienza di un gruppo di donne che lavorano insieme con uno scopo comune collaborando e co-creando, ma soprattutto facendo del divertimento uno strumento politico e devozionale. Non sono disponibile a qualunque pur di tentare, l’ambito che trovo più adatto e stimolante, almeno per me, è quello delle Tredici Lune di Luisa Francia e, più in generale, qualunque percorso che mi porti a confrontarmi con ciò che è autentico in me e ciò che di autentico arriva dalle nebbie della storia. Questo è il senso profondo, per me, di reiniziare un giro di Ruota fra donne vicino a casa, nel Valdarno Superiore, nell'ambito del Cerchio di donne del Valdarno. Benvenuta, ti stavo aspettando.
"Io non voglio dirti COME essere una strega.
Se questo è quello di cui hai bisogno puoi trovare un fantastiliardo di libri tipo "Stregoneria dalla A alla Z" là fuori. Ma se tu: - senti che la tua pelle e il tuo modo di essere stanno cambiando; - desideri più di ogni altra cosa di vivere nel tuo corpo e sentire e onorare la sua saggezza; - ne hai abbastanza di giocare seguendo le regole e che ti venga detto cosa devi fare/indossare/dire/sentire... - ne hai abbastanza di inseguire l'approvazione altrui e/o cercare di convincere gli altri (gli stessi che sono hanno posti limiti al tuo riconoscere la tua autorità naturale e spirituale); Beh, sicuramente possiamo darti una mano. Pronuncia la parola 'strega'. Dalle spazio per assestarsi nella tua bocca. Lasciala muoversi nel tuo corpo. Lascia che cresca più forte e più spessa in te, dalle spazio. Dilla a voce alta. Il vero nome delle cose è il può grande potere che puoi avere, e chiamarti col tuo vero nome è la PIU' GRANDE fioritura. Immagina di presentarti a qualcuno che non conosci come una strega. Come ti ci sentiresti?" Ecco, questo è un assaggio di ciò che portiamo avanti nella nostre diverse scuole e, ti dirò, ci divertiamo parecchio... Molto altro lo trovi nel podcast, buon ascolto! 24-30 LUGLIO A SAVIORE DELL'ADAMELLO (BS)
Nel luogo che ha visto nascere tutte le attività della Casa delle Streghe per goderci insieme le meraviglie della Valcamonica 23-29 AGOSTO IN SALENTO Nelle terre che già hanno ospitato le nostre ricerche archetipiche per non farci mancare la forza e l'accoglienza della Mare Come abbiamo fatto nel corso delle scuole on line durante la quarantena, vorremmo condividere nella scuola estiva la ricchezza di esperienza che ognuna si porta dentro e quanto sia prezioso praticare insieme e condividerne i risultati. Seguiremo quindi la traccia che abbiamo perfezionato e i cui contenuti che stanno diventando quelli del podcast Pillole di Stregheria. Naturalmente la conferma dipenderà dalle norme sul distanziamento. Le condizioni di soggiorno alla Casa delle Streghe si trovano nel sito nella sezione ‘Casa’ LE ISCRIZIONI SI CHIUDERANNO TASSATIVAMENTE IL 30 GIUGNO. Per info scrivi a [email protected] Si fa presto a dire "sono una strega" ma questa affermazione comporta una responsabilità verso se stesse e verso il "mondo" e tutti gli esseri senzienti, verso la Terra che aspetta con gioia di sentire su di sé il nostro danzare magico, verso la verità dei nostri corpi, verso il senso di uno stare e di un agire che riemerge alla memoria. Con la potenza e la lentezza dei ritmi di un luglio in montagna e di un fine agosto al mare godiamoci un tempo di studio, gioia, risate, pratica, spiaggia e buon cibo. Le iscrizioni sono aperte scrivendo a [email protected] I temi della scuola on line li trovi qui. Se pensi che una o entrambe le opzioni possano interessarti riempi il modulo di iscrizione qui o chiedi maggiori informazioni scrivendo a [email protected]. Se vuoi maggiori informazioni su La Casa delle Streghe trovi nel sito tutte le informazioni che credo possano essere utili, e se le vuoi in formato più divertente puoi ascoltare il podcast. A presto, spero :-) Annalisa |
News
Chi scrive quiAnnalisa Biancardi De Luca Battaglia. Sempre in cerca di ciò che è autentico, fra boschi, vette, valli, foreste e musei... Archivi
Febbraio 2024
|