La prima richiesta è arrivata alla Tenda Rossa del Valdarno ma in questi tempi in cui ci siamo abituate a cerchi più grandi e più dispersi abbiamo pensato di crearne uno nuovo che fosse accoglienza, ascolto e sostegno, che fosse un ritrovarsi fra donne, un luogo sicuro.
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Ne abbiamo parlato anche durante il mio viaggio da strega a spasso per la Val Padana nel mese di maggio: a volte si sente il bisogno di tornare su alcune puntate del podcast perché c'è qualcosa che ha toccato ma non ha trovato parole nostre, non ha trovato il modo di diventare racconto del proprio sentire ed esperienza.
Forse un giorno il podcast diventerà un libro ma intanto, nel riconoscere quanto si muove intorno al tema dell'identità di donne in questi mesi, scelgo, per la prima volta, di pubblicare il testo integrale perché tengo molto ad aprire spazi di riflessione che permettano di stare, insieme, su un piano non divisivo come quello dell'indubitabilità del sentire e dell'esperienza del corpo. Se comunque la vuoi ascoltare come al solito la trovi qui e in fondo a questa pagina. Potremo magari poi anche immaginare di dedicare un tempo di incontro di persona per proseguire su questo tema di ricerca, ne riparleremo. |
Pre-scindere – puntata del 12 giugno 2021 del podcast Pillole di Stregheria
E allora impara a vivere. Tagliati una bella porzione di torta con le posate d'argento. Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi. Apri gli occhi. Impara come fa la luna a tramontare nel gelo della notte prima di Natale. Apri le narici. Annusa la neve. Lascia che la vita accada.
L’ha scritto una donna - Sylvia Plath
Io sono Annalisa, oggi è il 12 giugno 2021 e questa è una puntata di Pillole di stregheria, l’unico podcast di stregheria femminista che settimana dopo settimana ti dimostra che non sei né matta né sola.
Non ripeterò mai abbastanza quanto io sia grata alle donne che in cerchi condividono con me percorsi di ricerca come la scuola di stregheria on line, la cospirazione magica o la scuola estiva in montagna e gli incontri di preparazione del percorso della fascia di Afrodite. Ti sembra tutto molto misterioso? E’ tipico delle streghe fare cose misteriose. Però, dicevo, sono grata perché è grazie alla loro generosa voglia di conoscere sé e le altre, allo studio e alla disponibilità alla condivisione profonda che questo podcast continua ad essere un riferimento per chi, prima di conoscerlo, si sentiva matta e sola.
Detto questo, questa puntata è l’ultima delle tre dediate a Femella, una delle cinque archetipe proposte da Lazara Firefox Allen in Jailbreaking the Goddess. Nel frequentarla insieme ad altre donne, appunto, la parola che più mi ha coinvolta è stata “ingenuità”. Il vocabolario Treccani la definisce: “sincerità, innocenza, candore d’animo, semplicità ma anche dabbenaggine, eccessiva fiducia negli uomini e nelle cose per inesperienza del mondo.” Va detto che nell’antica Roma ci si riferiva con l’aggettivo ‘ingenuo’ a chi era nato libero e che dare ad altre di ingenue vuol dire porsi in una ridicola posizione di superiorità.
Nella discussione erano alcune donne a riconoscersi ingenue e il passo successivo è stato approfondire come possa diventare una questione cruciale del vivere di ogni giorno di una donna in una società patriarcale quello di sentirsi al sicuro nella certezza che se qualcosa succederà ci sarà sempre qualcuno che ci accuserà di essercelo andato a cercare.
“Le cicatrici lasciate dalla violenza e dalle aggressioni sessuali non scompaiono, non importa quanto tu sia amata o quanti soldi hai fatto. Il mio stare allerta perenne è diventato una barzelletta di famiglia, ma prego che le mie figlie non abbiano mai le stesse ragioni per odiare i rumori forti o improvvisi o il trovarsi persone dietro di te che non hai sentito arrivare.
Non lo dico per attirare le vostre simpatie ma per solidarietà all’enorme numero di donne che hanno storie come la mia e sono state accusate di essere bigotte perché difendono il diritto delle donne di avere spazi per sole donne”
Joanne Rowling
“Le persone trans sono chi dicono di essere e meritano di vivere la propria vita senza essere costantemente interrogate o informate di non essere chi dicono di essere”
Emma Watson
Come hanno fatto Michela Murgia e Chiara Tagliaferri nell’ultima puntata di Morgana – Sono io l’uomo ricco - di straordinaria lunghezza e profondità e che puoi vedere qui https://youtu.be/61Fg9qpqvSE, ho voluto riportare queste citazioni perché le trovo entrambe profondamente autentiche e credo che, come spesso succede, il problema sia la soluzione, o meglio la soluzione che ognuna delle due parti ritiene sia l’unica possibile. Riconosco la profondità del desiderio delle donne di avere spazi sicuri in cui incontrarsi e anche la necessità di negoziare con tutte le donne quali debbano essere le caratteristiche di quegli spazi perché ognuna si senta al sicuro. Se abbiamo escluso gli uomini da molti cerchi di donne credo che abbiamo il diritto di decidere chi ci debba entrare e come.
“La vera storia del sesso
Dopo tutti i libri che sono stati scritti sul sesso, tutti i blog e i programmi televisivi e le risposte degli esperti alla radio, com’è possibile che abbiamo ancora tante domande?
Te lo dico io. La frustrante verità e che ci hanno mentito, non deliberatamente, non è colpa di nessuno, ma è così. Ci hanno raccontato la storia sbagliata.
Per molto, molto tempo, la scienza e la medicina occidentali hanno considerato la sessualità femminile come una versione light di quella maschile: essenzialmente uguale,ma un po’ carente.
Per esempio, si dava più o meno per scontato che, poiché gli uomini raggiungono l’orgasmo durante la fase in cui il pene è dentro la vagina (coito), anche le donne dovrebbero avere l’orgasmo nella stessa fase, e se non succede è perché hanno qualcosa che non va.
In realtà, circa il 30% delle donne raggiunge sistematicamente l’orgasmo durante il coito. Per il restante 70% l’orgasmo arriva durante il coito solo a volte, raramente o mai, e sono tutte donne sane e normali. Una donna può avere un orgasmo in moltissimi altri modi – sesso manuale, sesso orale, vibratori, stimolazione del seno, succhiamento delle dita dei piedi, più o meno qualunque cosa si possa immaginare – e non raggiungerlo invece durante il coito. E’ normale”.
Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski
Parlando, appunto, nel cerchio di donne, di ingenuità, sicurezza e libertà, ci siamo dette che ciò che spesso ci manca sono gli strumenti per riconoscere e nominare la violenza, riconoscere e nominare la nostra reazione e trasformare ciò che viviamo in esperienza che renda la rabbia, necessaria e benvenuta, un fuoco che scalda e muove e in ciò si esaurisce e crea e non una spina nel fianco, un dolore inestinguibile come quello della strega Karaba nella storia di Kiriku.
La metamorfosi del dolore permette di trasformare l’esperienza in qualcosa di vissuto e non di subito. Un’esperienza vissuta pienamente nel corpo e di quello oggi voglio parlare, di consapevolezza del corpo.
“Due parole sulle parole
I genitali esterni femminili si indicano nel loro complesso con il nome di ‘vulva’. La vagina è invece il canale interno che risale fino all’utero. Spesso si sente usare il termine vagina per riferirsi alla vulva, ma tu ora sai la differenza e, se stai in piedi nuda davanti allo specchio, vedi il classico triangolino? Quello è il monte di Venere. Chiaro?
Vagina: canale interno fra vulva e utero
Vulva: genitali esterni
Monte di venere: zona coperta di peli sopra l’osso pubico.
Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski
Ma torniamo all’ultima puntata di Morgana, in buona parte dedicata a Joanne Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter. Dopo averla definita TERF (acronimo di Trans Excludent radical feminist) epiteto che molte considerano un’offesa e dopo aver descritto come per le sue dichiarazioni riguardo a chi debba essere o meno considerata donna abbia ricevuto oltre a tonnellate di insulti anche minacce di morte, Murgia approfondisce con Drusilla Foer i motivi della sua distanza dal pensiero di Rowling arrivando ad concludere che le variabili che definiscono ogni persona sono talmente tante che considerarsi affine alle donne per appartenenza di genere non è concepibile.
“Le labbra, grandi e piccole
La nostra visione culturale delle grandi e piccole labbra non corrisponde alla realtà biologica. Nel porno soft-core, le vulve sono modificate con mezzi digitali per conformarsi ad un modello specifico con labbra “all’indentro” e colorazione omogenea in modo da essere “meno dettagliate”. Ciò vuol dire che le rappresentazioni culturali della vulva si limitano ad una gamma di varianti molto ristretta. Nella realtà, i genitali presentano notevoli differenze tra una persona e l’altra; e quasi mai una delle tante possibili conformazioni può essere considerata patologica.
Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski
La domanda è, dice Murgia: quell’esperienza fisica che si vive nel nascere donna può essere totalizzante rispetto all’identità che puoi esprimere?
Io ho sempre dato per scontato di sì e sono affezionata a quest’idea anche per la sua portata politica. Naturalmente totalizzante è una parola grossa ma se riconosciamo alle donne una comune condizione di oppressione, come si può condividere profondamente uno spazio politico e di lotta e magari anche uno spazio di esposizione “ingenua, libera e sicura” con chi quell’oppressione non la sperimenta? Se tutte dobbiamo chiamarci donne sulla base di una esperienza emotiva necessariamente individuale che ne è del riconoscimento e del rispetto degli spazi di racconto intimi, protetti e sicuri di ha vissuto anche altre oppressioni (che specularmente comportano privilegi) come quelle legate al colore della pelle, allo status sociale ed economico? Quanti spazi dovranno essere aperti a chi è espressione inevitabilmente anche corporea di privilegio? L’intoccabile espressione emotiva individuale, come la chiama Drusilla Foer è più importante del rischio di ulteriore obliterazione delle donne? Non sono ammissibili ambiti di negoziazione?
Clito, sempre clito, fortissimamente clito
La clitoride è gremita di terminazioni nervose. La parte visibile della clitoride, il glande clitorideo, si trova nella parte alta dei genitali, a una certa distanza dalla vulva, come potrai notare.
La clitoride è…
Un film al cinema: è uno spettacolo.
Un’esplosione fragorosa: è uno schianto.
Una cantica dantesca: è il Paradiso.
E’ la tua Stazione Centrale delle sensazioni erotiche. In media otto volte più piccola del pene, ma con quasi il doppio delle terminazioni nervose, può avere dimensioni comprese tra quelle di un pisello appena visibile a quelle di un cetriolino abbastanza grande, di qualunque misura intermedia,e in ogni caso è sempre normale e sempre bella.
Da un punto di vista culturale, per clitoride si intende “la piccola protuberanza in cima alla vulva”: Ma la definizione dal punto di vista biologico è piuttosto “struttura anatomica estesa, prevalentemente interna, la cui estremità affiora in cima alla vulva.” E’ un possedimento sottovalutato ed estremamente sensibile che si trova in ogni corpo.
Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski
In una scuola superiore di una città italiana che non dirò nemmeno sotto tortura, frequentata da circa 500 ragazze e 100 ragazzi un’insegnante per ANNI propone in tutti i luoghi possibili l’adozione, nelle comunicazioni della scola, di un linguaggio che includa anche le ragazze e le professoresse. Ne parla alla Preside, al Collegio dei docenti, ai sindacati, a colleghe e colleghi, senza alcun risultato. Un giorno un alunno comunica ad una professoressa di aver riconosciuto in sé una identità non binaria. Dal giorno dopo nelle comunicazioni appaiono asterischi, schwa e tutto un apparato comunicativo inclusivo che nemmeno al dipartimento delle pari opportunità presso la presidenza del consiglio dei ministri. Chi è che sperimenta l’oppressione, l’invisibilità, il non riconoscimento?
Ho pensato di potermi mescolare, di far parte finalmente di uno stare al mondo che coinvolge uomini e donne e lascia fuori me.
Dal racconto di Medea ascoltato ad Altradimora in un fine settimana di gennaio fra donne
“La verità sull’imene
Forse hai l’imene – una sottile membrana lungo il bordo inferiore dell’apertura vaginale – o forse no. In entrambi i casi, ti garantisco che praticamente tutto ciò che ti hanno raccontato sull’imene è sbagliato.
L’affermazione che più si avvicina alla verità è quella secondo cui l’imene può procurare dolore durate il coito, se non è abituato alla pressione; questa è una delle possibili cause del dolore associato alla penetrazione, ma decisamente non la più comune. (La causa più comune è una lubrificazione insufficiente).
Però non è che l’imene si laceri e resti lacerato per sempre, come una specie di sigillo di garanzia. Se un imene si lacera o si ammacca guarisce e le sue dimensioni non variano a seconda del fatto che la vagina sia stata penetrata o meno. Inoltre di solito l’imene non sanguina e quando comincia ad essere regolarmente sottoposto a tensione diventa più flessibile. E’ un altro esempio dell’estrema variabilità dei genitali femminili ed esemplifica profondamente il modo in cui noi umani metaforizziamo l’anatomia. Si tratta di un organo che non ha alcuna funzione biologica, eppure la cultura occidentale da lungo tempo vi ha costruito intorno una storia suggestiva. E’ una storia che non ha niente a che fare con la biologia, ma solo con il controllo sulle donne. La cultura ha visto una “barriera” all’imboccatura della vagina e ha deciso che quella barriera era un indicatore di “verginità” che è già di per sé un concetto biologicamente privo di senso.
Un’idea così stramba poteva essere concepita solo in una società nella quale le donne erano letteralmente proprietà degli uomini, e le loro vagine il possedimento dal valore più elevato: una comunità chiusa.
Donne vengono picchiate o uccise perché non ce l’anno e alcune si sentono dire che: “non possono essere state violentate” perché il loro imene è intatto.”
Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski
Un’altra delle suggestioni portate da Murgia nell’ultima puntata di Morgana del ciclo – Sono io l’uomo ricco – è che i Celti si attribuissero due nomi, uno pubblico e uno privato e che quest’ultimo fosse conosciuto solo ai familiari, a quelli di cui si era certi di potersi fidare.
Nel parlare della magia del nome Drusilla Foer sottolinea l’importanza, per potersi definire pienamente, della consapevolezza di chi si è, della chiarezza della visione che si ha di sé, almeno in quel momento, per creare l’incanto e non cadere nell’inganno. Sento molto vicina questa riflessione a quella secondo me basilare sul proprio autentico desiderio che come la parola ABRACADABRA, creo ciò che dico, attraverso intento, focalizzazione e azione agisce sulla realtà senza pretese o aspettative.
“I tuoi genitali sono normali – e non solo normali ma adorabili, belli, conturbanti, deliziosi, eccitanti e così via per tutto l’alfabeto fino a zuccherosi – a prescindere dal loro aspetto. Sono composti dalle stesse parti che formano i genitali di chiunque altra, ma organizzate in una conformazione del tutto unica, la tua. Questa verità si applica ad ogni singolo aspetto dell’espressione sessuale umana: i nostri desideri e gli aspetti fisiologici e psicologici della nostra sessualità sono tutti composti dalle stesse parti, solo organizzate in modo diversi.”
Come as you are – risveglia e trasforma la tua sessualità – Emily Nagoski
In conclusione di questa riflessione con il corpo, senza il quale non potrei pensare e che continuo a considerare imprescindibile per raggiungere qualunque consapevolezza di sé e del proprio desiderio perché in buona parte determinato proprio da quel corpo e dal suo sentire, mi riprometto e ti invito a cercare il tuo nome segreto, quello privato, per poche o pochi, parola magica con un inizio e una fine che non serva per proteggersi ma per ricordarsi ciò che per è autentico e prezioso, almeno per un po’.
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Annalisa Biancardi De Luca Battaglia. Sempre in cerca di ciò che è autentico, fra boschi, vette, valli, foreste, cuori e musei...
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