Ci sono quelli che intervengono sotto ogni post in cui si parla di donne per dire “Eh, però anche gli uomini...” e quelli che fanno la mossa di essere scientifici per portare avanti un pensiero denigratorio sulle donne con l’aria di quelli che si basano su dati “oggettivi”.
Con un caso come quest’ultimo voglio aprire una nuova rubrica della serie: “allenamenti per non farsi fregare dai bei discorsi” perché ultimamente mi sta capitando spesso e penso che possa essere utile a tutte come esercizio all’attività critica anche cavillosa, perché no. Quindi il caso in questione è questo https://www.psychnewsdaily.com/study-links-mindfulness-meditation-to-narcissism-and-spiritual-superiority/ e subito il titolo e l’immagine sono tutto un programma: “Uno studio collega la meditazione midfulness al narcisismo ed alla superiorità spirituale” con una bella immagine di donna giovane e avvenente in cima ad un picco roccioso con gli occhi chiusi e l’espressione placida di chi ha trovato il Nirvana. Il titolo sarà completamente contraddetto dalle conclusioni ma intanto l’effetto c’è, il post gira e un sacco di gente si può sentire superiore a quelle donnucce che perdono tempo con la meditazione e la spiritualità. Intanto l’abstract originale ci dice che l’attività spirituale, che ci si aspetta sostenga l’autostima, può avere l’effetto paradossale di aumentare i sentimenti di superiorità (dico, ma questi con un prete non ci hanno mai parlato???). Queste attività possono quindi sostenere l’autostima ma, di più, il narcisismo comunitario e quello spirituale oltre a dotare gli intervistati di “un’eccessiva sicurezza soprannaturale” ed una guida spirituale auto-attribuita (credo che potrei tranquillamente rispecchiarmi in questa descrizione e che, anzi, ho ricercato questo stato per anni). In conclusione ciò che dovrebbe essere mirato a trascendere l’ego finisce per sostenerlo… traduzione: invece di diventare fedeli servitori del santone di turno si tende a mantenersi centrati su di sé e a fidarsi delle proprie percezioni. Cosa sia eccessivo lo stabiliscono gli scienziati a priori. Uhm, proviamo ad andare avanti. L’articolo già all’apertura disorienta: chi segue un percorso spirituale dovrebbe tendere verso la distanza dall’ego e quindi da cose come la necessità di approvazione sociale o di successo preferendo invece l’autoaccettazione senza giudizio (come le due cose siano contrapposte non si sa) mentre sembra invece scatenare desideri di essere più rispettati ed amati (come se questo non fosse il costante motivo alla base di ogni azione umana); come tutto ciò sia compatibile con un aumento del senso di superiorità lo sanno solo loro ma per “misurarlo” hanno creato anche uno strumento: il livello di superiorità spirituale che misura quanto le persone si sentono superiori ad altre che mancano della saggezza spirituale che si autoriconoscono. Per misurare le persone quindi gli fanno mettere delle valutazioni da 1 a 7 su frasi come: “Sono più in contatto con i miei sensi della maggior parte degli altri”; “Sono più consapevole di ciò che si muove fra cielo e terra della maggior parte delle persone” e “Il mondo sarebbe un posto migliore se altri avessero la capacità di visione che ho ora”. Non contenti di fare domande del genere a persone che hanno speso anche cifre consistenti, magari per anni, per seguire un percorso spirituale, creano anche delle scale valoriali come quella della “guida spirituale” per “misurare” la disponibilità ad aiutare altri a seguire lo stesso percorso di saggezza, oppure la “supernatural overconfidence” (troppo bella per tradurla) che prevede di posizionarsi rispetto a frasi come “posso mandare energia positiva a persone lontane” oppure “posso contattare persone decedute” oppure “posso influenzare il mondo intorno a me con i miei pensieri”. Non contenti hanno creato anche un’altra “scala”: il livello di connessione fra la spiritualità e la stima di sé con frasi come: “la mia fiducia in me stesso aumenta con l’aumentare della mia saggezza spirituale” oppure “quando acquisisco visioni spirituali aumenta il mio senso di me”. L’andamento dei valori sulle tre scale, attenzione, si correla positivamente con il narcisismo, la stima di sé e altre variabili psicologiche. Gli autori riportano con nonchalance che fra il 75 e il 90% degli intervistati nei loro studi sono DONNE ma questo elemento non sembra avere nessuna influenza sulle loro analisi. Il fatto, ad esempio, che la maggior parte delle donne debbano superare l’infanzia lottando sistematicamente con chi le vuole convincere che c’è un elenco lunghissimo di cose che non è il caso che facciano perché sicuramente non saranno all’altezza come la scienziata, l’ingegnera o l’astronauta o anche solo la guardia giurata o usare un trapano, mentre ci sono cose che DEVONO fare per dimostrare di essere donne come essere sensibili, mettere sistematicamente in secondo piano i loro bisogni e desideri ed occuparsi delle faccende da cui i maschi sono esentati sembra del tutto irrilevante. Il fatto che il 75% di quelli a cui vengono diagnosticate forme di narcisismo patologico (quindi non solo un prendere sé a costante riferimento ma un sistematico annullare l’altr* per affermare se stessi) sia maschio non è oggetto di interesse da parte di questi studiosi. Ma andiamo avanti. I ricercatori sostengono di aver rilevato una correlazione positiva fra il senso di superiorità spirituale, la stima di sé, la consapevolezza, la fiducia nelle proprie sensazioni soprannaturali e la disponibilità ad essere guida spirituale per altri. In pratica chi fa percorsi spirituali pensa di avere acquisito della capacità che altri non hanno, si fidano di ciò che hanno imparato, si considerano consapevoli e sono disponibili a seguire altri nello stesso percorso e sono quasi tutte DONNE!!! Ma siamo matti??? Naturalmente tutto questo è un’illusione e loro lo sanno bene tanto da poter titolare “La consapevolezza e la spiritualità non vanno di pari passo” e poi “L formazione stessa potrebbe aumentare ulteriormente la loro fiducia. Questo perché nessuno standard di prestazione oggettivo può dimostrare in modo definitivo che non siano effettivamente dotati in modo paranormale.” E questi si sentono autorizzati a valutare il senso di superiorità altrui? Per ottenere ulteriori prove del loro eccezionale studio perdono tempo anche con un campione casuale che conferma la correlazione: chi fa un percorso spirituale (il 10% del campione, siamo in una botte di ferro) si sente più sicuro delle proprie percezioni di chi non lo fa. Mi inchino al genio. Ma veniamo al narcisismo spirituale che definiscono come il pensare di essere più interessanti ed empatici degli altri. Questo tipo di narcisismo sarebbe riferibile a quello “comunitario”, che cioè ha come manifestazione la sensazione/volontà di essere utile agli altri (sono la persona più servizievole del mondo), contrapposto a quello “agentic” (sono la persona più intelligente del mondo). In ogni caso la correlazione è emersa solo da parte di chi aveva seguito percorsi di formazione “energetica” non meglio definiti e non da parte di chi avesse fatto percorso di meditazione o consapevolezza. A questo punto gli autori dimostrano un minimo di responsabilità e ammettono che non è possibile individuare una relazione causale: può essere che percorsi che non pongono prove o verifiche siano “facili” da seguire per chi cerca elementi per aumentare il proprio livello di autostima e nello stesso tempo proprio per queste caratteristiche possono attirare chi già si sente superiore agli altri in questi ambiti. Il titolo è quindi totalmente contraddetto. Ma chi dimostra di sentirsi davvero superiore sono gli “scienziati” che concludono: “Le persone che hanno accettato di prendere parte a questa ricerca potrebbero non rappresentare gli studenti di spiritualità in generale. "La domanda è se una persona veramente illuminata parteciperebbe ai nostri studi", scrivono gli autori. "Una persona del genere sarebbe interessata o addirittura in grado di rispondere a tutte queste domande" io "?" Ecco, perché la persona davvero illuminata ha il senso di sé di un tavolino, soprattutto se donna. In ogni caso, i ricercatori sperano che la ricerca futura possa "rivelare maggiori intuizioni sugli effetti dell'addestramento spirituale, e possibilmente le condizioni e le caratteristiche della personalità che facilitano una genuina crescita spirituale". Se cosa è genuino sulla via spirituale o meno si valuta sulla base di queste “scale” direi che spero che si dedichino ad altro.
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Chi scrive quiAnnalisa Biancardi De Luca Battaglia. Sempre in cerca di ciò che è autentico, fra boschi, vette, valli, foreste, cuori e musei... Archivi
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