In un’antica favola croata si racconta di una strega che, per essere disponibile a condividere le proprie conoscenze su magia e incantesimi, richiedeva che l’allieva ascoltasse creando qualcosa con le mani, possibilmente un filo di lana.
Nella tradizione italiana esistono, fra le altre, le Tempestare, streghe capaci di scatenare gli elementi atmosferici, e le Animulari che volano nel cielo facendo girare il loro arcolaio, oltre alle Lavandaie che sostano presso i lavatoi incantando i viandanti. Tutte hanno subito processi soprattutto per aver scatenato tempeste di ogni tipo: non solo meteorologiche, ma anche armate. Sono state parte di congiure e hanno opposto una strenua resistenza alle istituzioni urbane e alla religione che ne sosteneva il potere. Questo tratto insurrezionalista delle streghe, ben raccontato da Michela Zucca nel suo “Donne delinquenti – Storie di streghe, eretiche, ribelli, bandite, tarantolate”, non viene solitamente tenuto in grande considerazione da chi si dedica alle Antiche arti, come del resto non viene spesso riconosciuta ed esaltata la capacità combattiva di chiunque venga sconfitta. Lo stesso vale per chi si è battuta contro le enclosures, i recinti posti alle terre comuni, nel corso della rivoluzione industriale, per rendere “produttivo” per pochi ciò che fino ad allora era stato ricchezza per tutti. Da lì è iniziato il conflitto fra chi sta fermo e chi si muove, come fra contadini e pastori, stanziali e transumanti, come fra chi sta a terra e chi vola, fra chi ha casa e proprietà e chi è nomade per storia, famiglia o scelta. Il filo, il filare, il tramare, il tagliare sono figure archetipiche, parti di metafore ancora molto utilizzate. La conoscenza necessaria ad approfondire le arti e le tecniche legate ad essi passa necessariamente dal mantenere o creare un buon collegamento fra la testa e le mani, esercitando così la capacità critica e l’impegno nel cambiamento culturale e sociale. Se la magia consiste nel cambiare stato di coscienza a volontà e nel saper immaginare, cioè creare immagini di ciò che vogliamo che sia la nostra realtà, diventa un passo essenziale di azione magica sul mondo, saper creare un processo che parte dal desiderio, passando poi all’idea, alla visione e infine all’oggetto, qualunque esso sia. Questo processo di modellazione è l’incantesimo. . Nel voler creare con la lana non si può prescindere dalla cultura che fino a tempi recenti era la struttura necessaria dell’attività pastorale. La lana, che dalla pecora arriva fino al catino in cui la laviamo, spesso ha inoltre percorso chilometri di transumanza o di spostamento fra pascoli diversi. I pastori e le pastore che l’hanno vista crescere, e magari tosata, hanno passato molto del loro tempo pressoché in solitudine nella natura, hanno contrattato passaggi e stazionamenti, parlato con gente di ogni dove, hanno fischiato, corso, riposato, cantato e raccontato storie di sole e di neve, di vento e di acque, hanno perso pecore e le hanno ritrovate, hanno perso la speranza e la hanno ritrovata. Studiose e studiosi di antropologia, sociologia e storia nel tempo hanno approfondito le differenze che contraddistinguono le culture pastorali da quelle contadine e urbane. Ci sono prove sempre più consistenti di quanto la frase di Max Weber “La città rende liberi” , valga soprattutto per chi ha i mezzi e può scegliere quanto stare in un contesto urbano e quando andarsene. Queste sono le premesse di sei giorni insieme in Valsaviore per stare, contemporaneamente, nel fare e nel raccontare, nel conoscere con le mani e con la testa, con le parole e con gli sguardi, con gli oggetti e con le incisioni. Abbiamo organizzato tanti laboratori alla Casa e nei suoi dintorni, ma ciò che ogni volta ci ha colpito particolarmente sono stati i racconti di ciò che il territorio muove intorno alle arti che stiamo recuperando. Per questo il programma delle attività insieme comprenderà spazi di lavoro su progettazione (conoscenza delle diverse fibre, elementi di tecnica dei filati); simbolismo e pratica della filatura a mano con fuso e ruota; piante e archetipi legati ad esse; colori e il loro significato sottile, tinture; le figure magiche e archetipiche legate all’arte tessile: le dee uccello e delle acque, Moire, Norne, Atena, Circe, la Potnia. Le donne e la tessitura: Penelope e Aracne. Sì, sei giorni sono pochi e il programma ambizioso. Per questo abbiamo pensato ad una serie di sette incontri on line (con inizio con una serata di presentazione giovedì 23 febbraio 2023) durante i quali approfondiremo gli aspetti simbolici, magici e devozionali della filatura e della tessitura, dei colori e delle piante. Cominceremo il nostro percorso con l’estrazione di una carta, una per ciascuna di noi, dal mazzo dell’Oracolo delle Dee Tessitrici. La carta ci aiuterà in quella fase di progettazione che ci permetta di arrivare a Saviore con gli elementi fondamentali di lavoro. Avremo così il tempo e gli strumenti per realizzare il nostro artefatto magico, col sostegno delle insegnanti e del cerchio. Per quanto riguarda le giornate di lavorazione della lana, considerato che non saranno ammesse più di sette partecipanti, sarà possibile adattare il tempo e le attività ai progetti su cui lavoreremo insieme. Abbinare filatura, tintura e l’utilizzo di un telai a pettine liccio ci permetterà di alternare il lavoro in modo da riempire i tempi di attesa (lavaggi, asciugature, tinture) con l’impegno complessivo di studio e realizzazione. Per questo motivo le giornate di lavoro vengono indicate in modo generico nel programma. Programma: Giovedì 20 aprile - arrivo intorno fra le 16 e le 18 e sistemazione; - dalle 18 visita al Museo della Resistenza di Cevo e chiacchierata con Katia Bresadola curatrice e animatrice del Museo e Giancarlo Maculotti, studioso di storia e cultura popolare alpina; Venerdì 21 aprile - durante la giornata: lavorazione lana - dopocena: il racconto di Penelope – parole di ispirazione archetipica in cerchio Sabato 22 aprile - durante la giornata: lavorazione lana - dopocena: il racconto di Circe – la costruzione condivisa di un racconto di cerchio Domenica 23 aprile - mattina: visita guidata con Nicoletta Gelfi al Parco Archeologico di Naquane dove si trovano importanti incisioni riportanti telai rappresentati nei dettagli; - pomeriggio; progettazione tessile e tempo libero – i programmi delle nostre attività prevedono spesso spazi liberi che ognuna potrà utilizzare per riposarsi, riordinare le idee, riprendersi un respiro solitario o anche continuare a lavorare con gli strumenti a disposizione. Lunedì 24 aprile - durante la giornata: approfondimento sulla progettazione, lavorazione lana e completamento lavori oltre a passaggio rituale di lavaggio fra le fontane del paese. Martedì 25 aprile Passeggiata a Pla Lonc per attraversare i luoghi che hanno assistito al rivoltarsi dei Resistenti della Valsaviore – pranzo al sacco Pomeriggio-sera: saluti e partenze. E' possibile partecipare all'incontro del 20/4 al Museo della Resistenza di Cevo e alla visita guidata a Naquane anche senza partecipare a tutto il percorso di filatura e tintura. Non è possibile partecipare solo a parte delle lezioni dedicate alla lavorazione della lana. Per info e iscrizioni scrivere a [email protected]
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Chi scrive quiAnnalisa Biancardi De Luca Battaglia. Sempre in cerca di ciò che è autentico, fra boschi, vette, valli, foreste, cuori e musei... Archivi
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