Yorgos Lanthimos - Povere creature Me l'hanno detto in diverse: "DEVI andare assolutamente a vederlo". Ce l'ho fatta e visto che il tema appassiona pensavo di scrivere una recensione ma ero veramente persa in tutta la enorme meraviglia che c'è in questo film, da tanti punti di vista.
Nei giorni scorsi avevo condiviso sul mio profilo FB questa recensione di Ilaria Franciotti in cui, in sintesi, si sostiene che non sia un film femminista principalmente perché tutto il suo percorso viene raccontato dal punto di vista degli uomini chela circondano; la prendo come una provocazione e confermo la questione male gaze, quello che lei pensa e sente dobbiamo dedurlo da ciò che ne dicono e da come la guardano tutti gli innumerevoli maschi che la circondano. Poi mi è capitato di leggere una recensione che però è stata estratta copiata e incollata da un profilo FB su cui non è pubblicata "per tutti" e quindi riporto le mie considerazioni "di reazione" e ringrazio chi comunque interpreta, perché mi permette di vedere ciò che non sento e ciò che non voglio. Di seguito, poi, qualche analisi riguardo al percorso del viaggio dell’eroina. SPOILER ALERT sia la prima che la seconda parte (soprattutto) contengono necessariamente un sacco di racconti di pezzi di storia. Sapevatelo. La recensione che ho letto non mi trova per niente d’accordo perché: - Bella non ha “evidenti tratti sadici” si comporta semplicemente come una bambina e quello che si dovrebbe fare in questi casi non è “correggere” (che presuppone ci sia, appunto, una motivazione crudele che non esiste) ma mostrare le conseguenze sugli altri dei comportamenti ed educare all’empatia; - sostenere che la sua personalità è “un residuo labile della sua precedente vita dimenticata” vuol dire non credere a lei e ai suoi comportamenti ma a ciò che, alla fine, ci dicono di lei, o meglio ne dice il padre (che poi non siamo nemmeno sicure che lo sia); come al solito le donne non vengono credute. Mi sembra di sentire quegli insegnanti che di fronte a un ragazzo che ha difficoltà a scuola dicono “eh, beh, con due genitori così...”; - “Bella non ha mai sviluppato empatia” ma chi l’ha detto? Anzi, poco dopo si dice che sperimenta i dolore nel vedere la povertà da cui lei è esclusa grazie al suo privilegio e cos’è il dolore per l’esperienza altrui se non empatia? Si sostiene che non sia empatica per come tratta un uomo che si innamora disperatamente di lei e cerca di imprigionarla in ogni modo dopo averla portata con sé al solo scopo di godersela (come dice peraltro chiaramente)? Non sarà che pretendiamo dalle donne la dimostrazione dell’empatia, soprattutto verso chi le ama, in modi codificati e non la vediamo in lei perché non ci si uniforma? - il suo rapporto con gli uomini non è privo di sentimenti, basta vedere come si relaziona al padre e a Max e ad Harry. Non ha sentimenti verso Duncan, e fa proprio bene, ma riesce invece ad essere empatica con alcuni clienti del bordello, per esempio; - non sa coltivare relazioni significative??? e Martha, Harry e Toinette? Vorremmo magari riuscire a vedere che è lesbica e a chiederci perché non riusciamo ad ammetterlo? - il suo ritorno alla casa della madre fa parte, io credo, della sua curiosità e volontà di ricerca scientifica ereditata dal padre. Il vero “buco” del film, secondo me, è che non ci apre il suo cuore, nemmeno a noi che guardiamo, mantenendo il punto di vista maschile, che è quello del regista e che possiamo accogliere (come mettendoci dalla parte di Duncan o del marito) oppure rifiutare decidendo di credere a lei sempre e comunque. Sul fatto che la protagonista sia bella, ho trovato l'attrice molto più bella in altri film, qui sembrava che si cercasse di fare di tutto per vestirla e truccarla in modi che non la valorizzassero, un'altro modo di disubbidire, sul punto forse più importante. Tutto il suo percorso è straniante, secondo me, ed è l’aspetto più interessante, proprio perché non aderisce a nessuna delle regole a cui la nostra socializzazione femminile ci costringe. Il suo comportamento ce le mostra in qualche momento anche in modo crudele e abbiamo due scelte al riguardo: considerarle patologiche o accoglierle come possibilità. Io scelgo la seconda. Quanto alla presenza degli archetipi del viaggio dell’eroina, provo a raccontarli giusto come esercizio. ATTENZIONE QUELLO CHE SEGUE E’ UNO SPOILER ASSOLUTO E TOTALE, SI RACCONTA IN SINTESI TUTTA LA STORIA. Inizialmente Bella è l’incarnazione dell’Innocente, in quanto bambina, in quanto inconsapevole e in quanto piuttosto comoda nel mondo che il padre ha costruito per sé (e poi anche per lei), di cui fa parte anche Max, una specie di giocattolo che God le fornisce con la speranza che sia sufficiente ad intrattenerla. L’innesco che la muove verso il mondo straordinario, cioè tutto ciò che è fuori dalla casa e che le è precluso, non è, secondo me, la scoperta del piacere, quello poteva benissimo continuare a sperimentarlo in casa, ma è la vista di tutto ciò che si muove fuori (prima) e l’arrivo di Duncan, poi. A questo punto Bella parte e diventa l’Orfana, perde tutti i suoi punti di riferimento e comincia ad assaggiare il mondo straordinario. Nel tentativo di Duncan di contenerla lei reagisce rifiutandolo (ed ecco la Guerriera) ed incontra due Angeli Custodi esterni (solitamente le donne devono essere Angeli Custodi di se stesse): Martha e Harry e poi Toinette. Con Harry comicia ad incarnare l’archetipo della Cercatrice, guarda il mondo straordinario e le sue ombre e lo vive per come le riesce. Come Distruttrice abbandona Duncan al suo destino e intraprende la professione di prostituta, distrugge tutto il suo essere precedente e vive con tutta se stessa il mondo che ha tanto desiderato. Arriva a questo punto l’Amante, Toinette e in qualche modo anche Madame Swiney che la mette di fronte all’ombra propria e altrui. Nel suo rivendicare la possibilità di scegliere il cliente per sé e per tutte e nel pretendere dai clienti racconti della propria infanzia e l’ascolto delle proprie barzellette Bella inizia a creare il proprio mondo, a ritagliare la parte di quel mondo straordinario su cui può avere influenza e scelta. Al suo ritorno al capezzale del padre è ormai non solo Sovrana ma anche Maga, colei che si può muovere fra i mondi e possiederli entrambi oltre a poterli raccontare dal proprio punto di vista (ecco, questo semmai un pochino manca…). Come Saggia decide di tornare ancora più indietro, nella vita del corpo che le è stato affidato, che non è il suo ma ha una storia che vuole ascoltare. Vediamo la Folle nelle ultime riprese in cui è rappresentata nel suo antico/nuovo mondo a cui ha dato la forma che desiderava e che è la base di partenza delle sue prossime avventure.
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Chi scrive quiAnnalisa Biancardi De Luca Battaglia. Sempre in cerca di ciò che è autentico, fra boschi, vette, valli, foreste, cuori e musei... Archivi
Dicembre 2024
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