E' già qualche anno che dedichiamo una settimana a luglio al lavoro con la lana: lavaggi, cardatura, tintura, filatura, tessitura e feltro. Sono giorni in cui non c'è un programma preciso ma seguiamo l'ispirazione e l'interesse del momento e delle persone presenti, che vogliano passare la giornata a cardare o a raccogliere erbe tintorie o a preparare vasi solari o a disfarsi le mani con acqua e sapone per farsi un cappello di feltro.
Nessuna è maestra nessuna è allieva ma ci si aiuta a vicenda sulla base di ciò che si sa fare, come nella stragrande maggioranza delle attività della Casa. C'è però un'ispirazione di base ed è quella che caratterizza l'azione magica: intento, focalizzazione e azione. Avremo fusi, ruote, lana, acqua, sole, piante, telai, scardasso, orditoio, cantra e tutto quanto serve per spassarsela o anche per ignorare tutto quanto e tuffarsi in un libro. Di seguito un esempio di questo tipo di lavoro, per dettagli sui costi clicca qui, se non conosci la Casa e vuoi maggior informazioni clicca qui, per iscrizioni scrivi a [email protected] Per le feste del Solstizio d’Inverno del 2021 a diverse mie amiche ho regalato un incantesimo tessile. L’idea era di lavorare insieme su un loro desiderio in modo che ciò che era necessario per esaudirlo diventasse parte di una sciarpa. Consegnai loro una busta con le fibre dei colori che mi sembravano i loro preferiti e chiesi di definire il desiderio e, quindi, gli elementi necessari perché si realizzasse, e abbinassero ad ogni fibra uno di quegli elementi. Io li avrei tenuti a mente e intrecciati nelle parole e nell'in-canto nella filatura e tessitura. Alcune si sono attivate subito, altre le ho dovute sollecitare altre hanno opposto resistenza, altre non ne hanno più parlato. Una mi è venuta in mente mentre progettavo l’uso di un filato fatto con una fibra mordenzata con il muschio quercino e tinta con la robbia in vasi solari nel corso della scorsa estate. Mi è venuta in mente perché soffre molto il passaggio autunnale e invernale e la possibilità che potesse portarsi addosso durante l’inverno il sole di fine estate mi sembrava potesse darle sollievo. Però volevo metterci anche altro e allora ecco gli ingredienti che ho buttato nel calderone: la Terra (di due bei marroni in tonalità più chiara per il sostegno e più scura per la stabilità), gli sprazzi di luce nel buio (l’ordito di filo a due capi di pecora Brogna/Lana al Pascolo e una parte della trama filata a mano di pecora Sopravissana), la parte centrale bianca di pecora Saltasassi filata a mano per il piacere di stare nel flusso, una Merinos bourdeaux per il contenimento, un tocco di giallo di pecora Suffolk filata a mano e tinta con la Camomilla dei tintori per la misura e il gusto del giusto sdegno e dell’ira delle Erinni. Non l’ho bagnata al fiume come faccio solitamente perché ci ha pensato la pioggia a portarle il contatto con il ciclo delle acque. E’ pronta per la consegna e il telaio aspetta di ospitare un nuovo sogno, altre parole, altri elementi, altri canti.
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Chi scrive quiAnnalisa Biancardi De Luca Battaglia. Sempre in cerca di ciò che è autentico, fra boschi, vette, valli, foreste e musei... Archivi
Febbraio 2024
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