Femminista
Il testo di questa settimana è quasi equivalente a quello riportato nella pagina dedicata del sito perché le parole anche lì non sono le mie ma quelle di Monica Lanfranco che ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada e che ha aperto una casa che ospita streghe di vario tipo e si chiama Altradimora - Officina dei saperi femministi dove si pratica “la via accogliente, e culinaria, al femminismo”. Ha anche scritto un sacco di libri (diciamo che essendo giornalista scrive di continuo, fortunatamente) ma ne riparleremo. Ora però voglio segnalare che a giugno 2022 (nel we 24-26) torna l’Officina dei saperi femministi e ci saranno un sacco di streghe, appunto. Io di sicuro.
Ecco quindi le parole di Monica Lanfranco in "Letteralmente femminista": “Essere una femmina, se all’inizio della comparsa nel ventre di mia madre è stato un caso, ha assunto nella mia vita un significato e una centralità imprescindibile. Per questo, una volta entrata nel mondo adulto, non ho mai condiviso l’affermazione secondo la quale «siamo tutti persone», spesso usata per conciliare fintamente, e non affrontare mai, l’inevitabile conflitto tra i due generi. Secondo questa visione il definirci così, persone, basterebbe per situarci nel mondo in modo automatico e indolore, senza discriminazioni. E’ la realtà a smentire chi lo sostiene: spesso usare il generico ‘persona’ è un modo per sfuggire all’ingombrante verità che l’avere un corpo maschile o uno femminile non è indifferente, in ogni società e visione culturale. Essere persone non basta per essere degne di memoria, diritti, cittadinanza, libertà. Al contrario è basilare e vincolante il genere che ti capita alla nascita, per stabilire il proprio posto nella scala gerarchica collettiva, perché questa scala è costruita ancora, da tutte le culture della storia umana in modo molto, molto lontano dal considerare, ascoltare e dare valore equamente alle voci distinte dei due generi”.
Per avere un'idea del libro citato ecco il primo capitolo www.monicalanfranco.it/2011/11/23/il-mio-ultimo-libro/
Qui lavoriamo perché l'equità diventi realtà a cominciare dal nostro guardare e guardarci. Lo stesso per ogni forma di oppressione che sia dovuta al luogo di nascita, alla nazionalità, al colore della pelle, alle preferenze sessuali, all'età, al patrimonio, ecc. Lo facciamo quasi sempre senza gli uomini perché sappiamo quanto l'inuguaglianza sia parte di noi, quanto tanto del nostro sentire sfugga dalla volontà cosciente per seguire sentieri conosciuti e sentiti come sicuri. So che sicuri non sono affatto e preferisco abbandonarmi al de-siderio, al mio proprio sentire senza rotte tracciate, fosse pure dalle stelle;
Immagine di sfondo dalla pagina http://narrazionidifferenti.altervista.org/potenza-e-inattualita-del-gesto-femminista/ di presentazione del libro di fotografie dedicato: Il Gesto Femminista, corpo identità lavoro nella rivolta delle donne, Aa.Vv, a cura di Ilaria Bussoni e Raffaella Perna, Derive Approdi, 2014 NarrAzioni Differenti
Ecco quindi le parole di Monica Lanfranco in "Letteralmente femminista": “Essere una femmina, se all’inizio della comparsa nel ventre di mia madre è stato un caso, ha assunto nella mia vita un significato e una centralità imprescindibile. Per questo, una volta entrata nel mondo adulto, non ho mai condiviso l’affermazione secondo la quale «siamo tutti persone», spesso usata per conciliare fintamente, e non affrontare mai, l’inevitabile conflitto tra i due generi. Secondo questa visione il definirci così, persone, basterebbe per situarci nel mondo in modo automatico e indolore, senza discriminazioni. E’ la realtà a smentire chi lo sostiene: spesso usare il generico ‘persona’ è un modo per sfuggire all’ingombrante verità che l’avere un corpo maschile o uno femminile non è indifferente, in ogni società e visione culturale. Essere persone non basta per essere degne di memoria, diritti, cittadinanza, libertà. Al contrario è basilare e vincolante il genere che ti capita alla nascita, per stabilire il proprio posto nella scala gerarchica collettiva, perché questa scala è costruita ancora, da tutte le culture della storia umana in modo molto, molto lontano dal considerare, ascoltare e dare valore equamente alle voci distinte dei due generi”.
Per avere un'idea del libro citato ecco il primo capitolo www.monicalanfranco.it/2011/11/23/il-mio-ultimo-libro/
Qui lavoriamo perché l'equità diventi realtà a cominciare dal nostro guardare e guardarci. Lo stesso per ogni forma di oppressione che sia dovuta al luogo di nascita, alla nazionalità, al colore della pelle, alle preferenze sessuali, all'età, al patrimonio, ecc. Lo facciamo quasi sempre senza gli uomini perché sappiamo quanto l'inuguaglianza sia parte di noi, quanto tanto del nostro sentire sfugga dalla volontà cosciente per seguire sentieri conosciuti e sentiti come sicuri. So che sicuri non sono affatto e preferisco abbandonarmi al de-siderio, al mio proprio sentire senza rotte tracciate, fosse pure dalle stelle;
Immagine di sfondo dalla pagina http://narrazionidifferenti.altervista.org/potenza-e-inattualita-del-gesto-femminista/ di presentazione del libro di fotografie dedicato: Il Gesto Femminista, corpo identità lavoro nella rivolta delle donne, Aa.Vv, a cura di Ilaria Bussoni e Raffaella Perna, Derive Approdi, 2014 NarrAzioni Differenti