Mi sono trasferita in questa magica terra da pochi mesi, precisamente da ottobre dello scorso anno. Vivo in campagna, nella Gallura con il mio compagno. Un paradiso, veramente un pezzo di terra dove la natura esplosiva ti ricarica e nutre abbondantemente. Quando è iniziato questo periodo di chiusura, mi sono davvero sentita benedetta dalla vita. Cosa potevo voler di più, in un momento così difficile, io potevo stare tutto il giorno all’aria aperta, con le mani nella terra, dedicandomi all’orto al giardino al campo di cactus e ai miei animali. Lontana dal centro abitato vari chilometri, potevo estraniarmi dalla situazione pesante che tutti stavamo vivendo. Ogni giorno ho benedetto e ringraziato di essere qui. Dopo due mesi però, sentivo una profonda mancanza. Non mi era chiaro di cosa si trattasse, a meglio, si, certo, i telegiornali erano un incubo, le notizie che arrivavano mettevano in grande crisi l’equilibrio psichico. Ma c’era anche silenzio, pace, la gioia di non aver obblighi e impegni, di essere giustificati anche di non aver voglia di andare a fare la spesa…con la scusa che non si può. Con il mio compagno abbiamo lavorato tanto, tra casa e terra, poi abbiamo letto, chiacchierato come non si faceva da tempo, abbiamo pure giocato a carte!! Che bellezza. Ma mancava qualcosa di importante. Cos’era? Mi ascoltavo un pochino, poi buttavo via i pensieri dando la responsabilità al momento tragico, e andavo avanti. Un giorno, però, vado a fare la spesa e dal verduraio incontro una donna davvero carina, un sorriso aperto e occhi sinceri. Mi piaceva. Mi si avvicina e mi chiede di cosa ho bisogno, di getto rispondo: di un letto, sono davvero stanca, sto facendo lavori in casa e sto imparando ad impastare il cemento….che fatica!!! Lei ride e mi racconta la sua storia di ristrutturazione, aveva addirittura imparato a tagliare il ferro e usare il demolitore, ridiamo di gusto, mi ha battuto alla grande! Mentre conversiamo arriva un’altra donna, un po’ più grande di età, straniera, dall’accento pareva tedesca, invece poi ho scoperto essere olandese. Malgrado le restrizioni delle distanze, lei entra e inizia a servirsi di verdura, tirando l’orecchio verso le nostre chiacchiere, ride con noi e aggiunge che ha imparato a fare muretti a secco! Meravigliose, tre manovale che insieme non pensavano 150kg, davvero buffe, ma così forti e determinate! Mi sono sentita far parte…. Ecco!!!! Ecco cosa mancava nel mio cuore, eccoooooo!!!!!!!!!!!!! LE DONNE la compagnia delle donne, le risate delle donne, lo sguardo di intesa immediata delle donne! Ho subito lasciato il mio numero di cellulare. Tornata a casa ho realizzato che dovevo muovermi e iniziare a creare rete! Qui ancora non sono riuscita a farmi amicizie o avere relazioni, se non buongiorno buonasera..insomma non conosco nessuno, vdeo l’impiegata della posta, o la cassiera del supermercato. Ho chiesto al mio compagno alcuni numeri di telefono di amici suoi, sposati. Ho chiamato le rispettive mogli, ho chiamato la donna olandese e altre due che ho incontrato al mercato. Sono corsa dal verduraio e ho detto a tutte: sto organizzando un pranzo per sole donne ci vieni? E’ stato così bello, tutte hanno detto si, Lucia mi ha guardato e perplessa ha detto: un pranzo per sole donne? Come? Solo noi? Mah… non so, ma però…sai….mi incuriosisce…solo donne…..mmhhh…SI VENGO! E alla fine ha portato anche la figlia diciottenne. La mia cucina era un brulicare di mani che si muovevano esperte, 13 donne (guarda caso) chi è sceso nell’orto e ha raccolto le verdure fresche, chi sbatteva, chi tagliuzzava, chi affettava il pane e chi decorava la tavola. Chiacchiere risate, COMPLICITA’ quella vera, spontanea che si crea immediatamente quando le donne, anche se mai si sono viste, si ritrovano davanti all’alchimia della preparazione del cibo, della cura e dell’accoglienza. E’ stato bellissimo, mi ha colmato il cuore da quel senso di mancanza e abbiamo pure mangiato troppo!
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