Scaldacuore

Nelle ultime settimane sono un po' sparita perché sono stata impegnata in una serie di laboratori sul pane e varie autoproduzioni con un gruppo di venti suore africane provenienti da varie nazioni dell'Africa centrale. Abbiamo impastato, cantato, suonato il tamburo, ballato, riso e riflettuto su molte questioni, ma in diverse occasioni mi sono trovata a chiedermi se le cose sarebbero state diverse se avessi frequentato prima un corso di cui ho più volte parlato nella newsletter: How to start seeing colors, nato con l’intento di fornire agli iscritti un approccio decoloniale per affrontare, (de)costruire e proporre nuove chiavi di lettura su temi quali il razzismo sistemico e le varie forme di diseguaglianza sociale, culturale e politica di cui le persone non bianche fanno esperienza quotidiana in ogni ambito della loro esistenza. Essere l'unica persona bianca nella stanza mi ha fatto cambiare prospettiva su diverse questioni. Comunque ora ho un bell'indirizzario di approdi fra il Togo, il Congo, la Repubblica Centrafricana, la Costa d'Avorio, ecc. e prima o poi parto, sapevatelo.
Quando mi sono trovata di fronte a situazioni che mi mettevano in difficoltà sono tornata ai principi dell'arte di ascoltare e credo, più o meno, di essermela cavata, soprattutto partendo dal presupposto che in quella situazione la privilegiata ero io, e cercando di mantenere l'attenzione su ciò che io lì rappresentavo per loro in quanto bianca e in quanto insegnante di un tipo di cucina non facilmente riproducibile nei loro paesi dove la farina di frumento è rara e costosa. Insomma ho modificato fortemente il programma iniziale e ho preso con filosofia la loro richiesta di fare le baguette, ignorando la meraviglia delle farine di grani antichi e di popolazioni evolutive che avevo portato come se fossero gioielli di famiglia.
Ciò che mi ha colpito fin da subito era che sembrava che per loro tutto fosse insipido. Mi sono detta che dovevo limitare la mia abitudine a mettere poco sale (e ne ho messo troppo...), poco zucchero, ecc. ma poi mi sono anche ricordata della differenza che ho sempre potuto constatare fra i sapori delle verdure (e un po' di tutto) nel nord e nel sud Italia e me ne sono fatta una ragione. Ho cominciato a recuperare un uso massiccio delle spezie e abbiamo iniziato a capirci un po' di più.
Al di là della magnificenza e complessità dei sapori, le spezie tropicali hanno la caratteristica di favorire la conservazione, delle pietanze ma anche la nostra. Unire ai piatti e alle tisane chiodi di garofano, cardamomo, coriandolo, ecc. permette di renderle piacevoli al gusto per un tempo più lungo e di assumere una preziosa quantità di elementi antiossidanti. Se poi ci aggiungiamo anche qualche pezzo di buccia d'arancia secca e un cinorrodo di rosa canina otterremo un miscuglio in grado di tenere calda e ridurre i danni dei mali di stagione anche alla più incontenibile megera invernale.
Può essere anche un regalo estemporaneo facile e veloce: inserire in un barattolino quantità a vostra scelta di:
- chiodi di garofano per la fermezza;
- cardamomo per il mistero;
- coriandolo per la precisione;
- cannella per l'allegria;
- buccia d'arancia per la protezione;
- cinorrodi di rosa canina per il coraggio.
Metterci un fiocco rosse e una bella etichetta/biglietto con le istruzioni per l'uso (volendo si possono modificare sia le presenze sia le "funzioni" delle diverse spezie per renderle più adatte alla situazione della persona a cui si regalerà) che preveda che si possa gustare da solo oppure unito alla propria tisana o thè preferito. L'acqua sarebbe meglio che non fosse più calda di 60-70° per evitare di degradare le vitamine sensibili al calore. Il tempo di infusione può andare dai 5 minuti alle 24 ore, anzi, più si lascia e meglio è, soprattutto per le vitamine solubili in acqua quindi, è perfetta per essere infilata in un thermos, portata al lavoro e bevuta durante tutta la giornata. Nel corso del tempo emergeranno in modo diverso i vari profumi e sarà una continua sorpresa. Tritando il tutto con un macinino da caffè (evitando le bucce d'arancia e la rosa canina) si può ottenere una fantastica miscela speziata da aggiungere a dolci e marmellate per dargli un tocco di grazia.
Quanto alla buccia d'arancia, io le sto seccando via via che faccio spremute (naturalmente sono da agricoltura biologica) facendole a pezzettini e mettendole prima per un'oretta nell'essiccatore e poi sulla stufa (ma va bene anche il termosifone). Ora, dopo le prime gelate, è il tempo giusto per raccogliere anche i cinorrodi; altro che negozi in centro, sguinzagliamoci nei boschi!
Quanto alle spezie, non c'è bisogno di dirlo: solo del commercio equo e solidale! Sostenete la bottega che avete vicina, magari anche andando a fare qualche turno come volontaria.
Buon passaggio, care streghe, teniamoci strette ma allarghiamo gli abbracci.
p.s. per seccare i cinorrodi si possono anche non aprire per levare i terribili peletti, ci vuole un po' di più ma si seccano tutti interi e poi prima di metterci sopra l'acqua calda si leva con un coltello quella specie di "tappino" nero che c'è dalla parte opposta del picciolo.
Quando mi sono trovata di fronte a situazioni che mi mettevano in difficoltà sono tornata ai principi dell'arte di ascoltare e credo, più o meno, di essermela cavata, soprattutto partendo dal presupposto che in quella situazione la privilegiata ero io, e cercando di mantenere l'attenzione su ciò che io lì rappresentavo per loro in quanto bianca e in quanto insegnante di un tipo di cucina non facilmente riproducibile nei loro paesi dove la farina di frumento è rara e costosa. Insomma ho modificato fortemente il programma iniziale e ho preso con filosofia la loro richiesta di fare le baguette, ignorando la meraviglia delle farine di grani antichi e di popolazioni evolutive che avevo portato come se fossero gioielli di famiglia.
Ciò che mi ha colpito fin da subito era che sembrava che per loro tutto fosse insipido. Mi sono detta che dovevo limitare la mia abitudine a mettere poco sale (e ne ho messo troppo...), poco zucchero, ecc. ma poi mi sono anche ricordata della differenza che ho sempre potuto constatare fra i sapori delle verdure (e un po' di tutto) nel nord e nel sud Italia e me ne sono fatta una ragione. Ho cominciato a recuperare un uso massiccio delle spezie e abbiamo iniziato a capirci un po' di più.
Al di là della magnificenza e complessità dei sapori, le spezie tropicali hanno la caratteristica di favorire la conservazione, delle pietanze ma anche la nostra. Unire ai piatti e alle tisane chiodi di garofano, cardamomo, coriandolo, ecc. permette di renderle piacevoli al gusto per un tempo più lungo e di assumere una preziosa quantità di elementi antiossidanti. Se poi ci aggiungiamo anche qualche pezzo di buccia d'arancia secca e un cinorrodo di rosa canina otterremo un miscuglio in grado di tenere calda e ridurre i danni dei mali di stagione anche alla più incontenibile megera invernale.
Può essere anche un regalo estemporaneo facile e veloce: inserire in un barattolino quantità a vostra scelta di:
- chiodi di garofano per la fermezza;
- cardamomo per il mistero;
- coriandolo per la precisione;
- cannella per l'allegria;
- buccia d'arancia per la protezione;
- cinorrodi di rosa canina per il coraggio.
Metterci un fiocco rosse e una bella etichetta/biglietto con le istruzioni per l'uso (volendo si possono modificare sia le presenze sia le "funzioni" delle diverse spezie per renderle più adatte alla situazione della persona a cui si regalerà) che preveda che si possa gustare da solo oppure unito alla propria tisana o thè preferito. L'acqua sarebbe meglio che non fosse più calda di 60-70° per evitare di degradare le vitamine sensibili al calore. Il tempo di infusione può andare dai 5 minuti alle 24 ore, anzi, più si lascia e meglio è, soprattutto per le vitamine solubili in acqua quindi, è perfetta per essere infilata in un thermos, portata al lavoro e bevuta durante tutta la giornata. Nel corso del tempo emergeranno in modo diverso i vari profumi e sarà una continua sorpresa. Tritando il tutto con un macinino da caffè (evitando le bucce d'arancia e la rosa canina) si può ottenere una fantastica miscela speziata da aggiungere a dolci e marmellate per dargli un tocco di grazia.
Quanto alla buccia d'arancia, io le sto seccando via via che faccio spremute (naturalmente sono da agricoltura biologica) facendole a pezzettini e mettendole prima per un'oretta nell'essiccatore e poi sulla stufa (ma va bene anche il termosifone). Ora, dopo le prime gelate, è il tempo giusto per raccogliere anche i cinorrodi; altro che negozi in centro, sguinzagliamoci nei boschi!
Quanto alle spezie, non c'è bisogno di dirlo: solo del commercio equo e solidale! Sostenete la bottega che avete vicina, magari anche andando a fare qualche turno come volontaria.
Buon passaggio, care streghe, teniamoci strette ma allarghiamo gli abbracci.
p.s. per seccare i cinorrodi si possono anche non aprire per levare i terribili peletti, ci vuole un po' di più ma si seccano tutti interi e poi prima di metterci sopra l'acqua calda si leva con un coltello quella specie di "tappino" nero che c'è dalla parte opposta del picciolo.