Unguento della Cacciatrice
L'incantesimo femminista di questo mese sostiene il tuo diritto di arrabbiarti: il sorriso non è un obbligo e tanto meno essere accomodanti ed accoglienti; si può essere femminili, pienamente donne e assolutamente integre essendo mantenendo coerenti momento per momento il nostro viso e ciò che si muove nel nostro cuore.
Ho preso ispirazione dal racconto di Artemide/Diana per creare qualcosa che apra uno spazio di accoglienza di un'emozione, come quella della rabbia, che ha bisogno di trovare legittimità nella vita delle donne, una per una.
Diana si faceva il suo bel bagno nuda con le Ninfe quando si accorse che Atteone il cacciatore la guardava nascosto fra le frasche. Indignata lo trasformò in cervo e lo fece sbranare dai suoi cani.
Nel corso dello studio preparatorio alla ricerca su Medea che abbiamo condotto insieme a donne arrivate ad Acqui Terme da diverse parti d'Italia mi sono imbattuta in un testo che mi ha molto colpito: "La lettura euripidea, e ancora di più in quella di Seneca, sembrano suggerire che Medea “riesca” ad uccidere i propri figli in virtù di quella ferinità che le è propria, in quanto “barbara”. Se Giasone appare come un traditore, un opportunista, tuttavia la sua colpa sembra eclissarsi di fronte all'atrocità della risposta di Medea che, da ultimo, sembra dar ragione alla decisione di Giasone di scegliere una più conciliante e ragionevole principessa greca. Medea, colpendo i suoi figli, opera violenza contro la stirpe di Giasone, in quanto la linea di discendenza greca è patrilineare. Ma l'infanticidio viene visto come atto di massima barbarie, perché nega la logica “naturale” in cui una donna è fatta per essere madre.
La sensibilità contemporanea, però, sembra porsi quesiti di ordine diverso circa l'atto di violenza, che accomuna la Medea di Alvaro alla Sethe di Morrison: cos'è più “violento”, un atto che appare “contro natura” oppure la logica “razionale e illuminata” che lo ha implicitamente guidato e determinato? inoltre, la vita in sé può considerarsi un valore assoluto, anche quando perde di sensatezza e dignità? Le risposte di Medea-Sethe sembrano guidare in una direzione considerata “pericolosa” dalla morale comune, lasciando uno strano senso di inquietudine e di disagio nel lettore, soprattutto se appartiene ad un contesto europeo o “wasp”." (DALLA PARTE DI MEDEA: FEMMINISMI ASIATICI di Alessandra Chiricosta).
Anche in questo caso il giudizio di crudeltà e ferinità si abbatte su Diana, come se chiunque potesse permettersi di guardare la Dea contro il suo consenso, esattamente come la nostra "cultura" prevede la possibilità per i maschi di disporre dei corpi delle donne. Tutte abbiamo vissuto situazioni in cui dobbiamo subire complimenti non graditi pena sentirci dire che siamo acide o suscettibili, che era solo uno scherzo, che non si può più essere galanti...
Ecco, questo unguento vuole sostenere la giusta rabbia e indignazione, la volontà di allontanare ciò che non è gradito, l'autorità di chi da donna esercita la propria forza o la propria influenza per mantenere integro il proprio spazio di rispetto.
L'olio di mandorle dolci e l'o.e. di ginepro alpino per la Terra.
L'anice stellato, l'olio di Neem e l'o.e. di Lavanda per l'Aria.
L'olio di riso e l'o.e. di salvia per l' Acqua.
L'oleolito di elicriso, quello di iperico e l'o.e. di mandarino per il Fuoco.
Che la Dea ti porti nel palmo della sua mano e che le sue frecce siano le tue.
Ho preso ispirazione dal racconto di Artemide/Diana per creare qualcosa che apra uno spazio di accoglienza di un'emozione, come quella della rabbia, che ha bisogno di trovare legittimità nella vita delle donne, una per una.
Diana si faceva il suo bel bagno nuda con le Ninfe quando si accorse che Atteone il cacciatore la guardava nascosto fra le frasche. Indignata lo trasformò in cervo e lo fece sbranare dai suoi cani.
Nel corso dello studio preparatorio alla ricerca su Medea che abbiamo condotto insieme a donne arrivate ad Acqui Terme da diverse parti d'Italia mi sono imbattuta in un testo che mi ha molto colpito: "La lettura euripidea, e ancora di più in quella di Seneca, sembrano suggerire che Medea “riesca” ad uccidere i propri figli in virtù di quella ferinità che le è propria, in quanto “barbara”. Se Giasone appare come un traditore, un opportunista, tuttavia la sua colpa sembra eclissarsi di fronte all'atrocità della risposta di Medea che, da ultimo, sembra dar ragione alla decisione di Giasone di scegliere una più conciliante e ragionevole principessa greca. Medea, colpendo i suoi figli, opera violenza contro la stirpe di Giasone, in quanto la linea di discendenza greca è patrilineare. Ma l'infanticidio viene visto come atto di massima barbarie, perché nega la logica “naturale” in cui una donna è fatta per essere madre.
La sensibilità contemporanea, però, sembra porsi quesiti di ordine diverso circa l'atto di violenza, che accomuna la Medea di Alvaro alla Sethe di Morrison: cos'è più “violento”, un atto che appare “contro natura” oppure la logica “razionale e illuminata” che lo ha implicitamente guidato e determinato? inoltre, la vita in sé può considerarsi un valore assoluto, anche quando perde di sensatezza e dignità? Le risposte di Medea-Sethe sembrano guidare in una direzione considerata “pericolosa” dalla morale comune, lasciando uno strano senso di inquietudine e di disagio nel lettore, soprattutto se appartiene ad un contesto europeo o “wasp”." (DALLA PARTE DI MEDEA: FEMMINISMI ASIATICI di Alessandra Chiricosta).
Anche in questo caso il giudizio di crudeltà e ferinità si abbatte su Diana, come se chiunque potesse permettersi di guardare la Dea contro il suo consenso, esattamente come la nostra "cultura" prevede la possibilità per i maschi di disporre dei corpi delle donne. Tutte abbiamo vissuto situazioni in cui dobbiamo subire complimenti non graditi pena sentirci dire che siamo acide o suscettibili, che era solo uno scherzo, che non si può più essere galanti...
Ecco, questo unguento vuole sostenere la giusta rabbia e indignazione, la volontà di allontanare ciò che non è gradito, l'autorità di chi da donna esercita la propria forza o la propria influenza per mantenere integro il proprio spazio di rispetto.
L'olio di mandorle dolci e l'o.e. di ginepro alpino per la Terra.
L'anice stellato, l'olio di Neem e l'o.e. di Lavanda per l'Aria.
L'olio di riso e l'o.e. di salvia per l' Acqua.
L'oleolito di elicriso, quello di iperico e l'o.e. di mandarino per il Fuoco.
Che la Dea ti porti nel palmo della sua mano e che le sue frecce siano le tue.