Pozione del sano egoismo
L'apertura della rubrica Dillo alle Streghe sembra aver aperto lo sbarramento che tratteneva un fiume in piena. L'ultimo grido di dolore non può trovare risposta se non in un incantesimo e quindi eccolo qua.
Come per tutti gli incantesimi la base fondamentale da cui partire è una chiara definizione del proprio desiderio. In questo caso è necessario che si sia arrivate alla consapevolezza di quanto sia nocivo il mettere sempre se stesse in fondo alla lista delle proprie priorità. Spesso questo atteggiamento ci sembra l’unico possibile per essere considerate, anche ai nostri occhi, accettabili: l’affetto, il riconoscimento, sembra dover avere come prezzo, per le donne, la negazione di sé.
Prima di passare alla preparazione vera e propria è necessaria una attenta riflessione sulle occasioni in cui ognuna di noi non riesce ad essere egoista e quelle in cui invece ci riesce benissimo. Prima di cominciare a scrivere queste istruzioni abbiamo cercato la definizione etimologica della parola 'egoista' per scoprire quanto sia connotata da un gravissimo pregiudizio: chi pensa per sé viene considerato deprecabile. Siamo invece convinte che la felicità e soddisfazione personali siano prerequisiti essenziali per poter essere utili agli altri, anche solo per gratificarsi reciprocamente con una piacevole conversazione. Egoista non è sinonimo di egocentrico né di approfittatore, ma denota chi sa che per aiutare qualcuno che affoga bisogna saper nuotare.
Se pensi di aver bisogno di un magico aiuto in questa direzione riporta su un foglio di carta almeno 7 situazioni ripetute nel tempo in cui sistematicamente hai fallito nel mettere i tuoi bisogni essenziali prima di quelli degli altri e altre sette in cui invece ci sei riuscita.
Ora pensa alle donne della tua famiglia, mamma e nonne per cominciare ma anche zie o cugine o quant’altre, e scrivia su un foglio almeno tre situazioni che ricordi in cui hai avuto l’impressione che se avessero pensato prima a se stesse e poi agli altri sarebbe stato meglio per loro e per tutti.
Si sente spesso dire quanto sia indispensabile amarsi per essere amate ma, finché non si guarda nel dettaglio quando e come si tradisce questo principio, non è possibile trovare il modo di imparare a praticare un altro genere di altruismo che non abbia come premessa più o meno conscia un desiderio di controllo o la volontà di costruirsi un credito di gratitudine. Ricorda che quanto e se tu sia o meno altruista è una valutazione che può fare solo l’altro.
Nella selezione degli ingredienti e nella preparazione, come al solito, assegnare ad ogni elemento un senso preciso nell’insieme: ad esempio la rosa canina per tirare fuori le proprie spine in caso di resistenza altrui al proprio sano egoismo, il miele per l’indulgenza con se stesse e le noci per l’intelligenza emotiva. Riporta alla mente queste richieste agli ingredienti in ogni passaggio della lavorazione.
Gli ingredienti sono:
- miele di acacia;
- bacche di rosa canina;
- noci.
Le quantità sono tutte q.b. (quanto basta) perché tu sai e lo sai da tanto tempo. Le bacche vanno raccolte dopo le prime gelate in ambienti incontaminati, possibilmente nel bosco. Se sei tentata di cercare le bacche su Amazon ti invito a ripensarci e a ricordare, come dice Clarissa Pinkola Estes, che: “Se non vai nei boschi nulla accadrà mai, e la tua vita non avrà mai inizio.” La raccolta presuppone che tu segua con attenzione le fasi della Luna e le temperature di ogni giorno e notte, perché le bacche vanno raccolte dopo le prime gelate e in giorni in cui la Luna è crescente e in segni di fuoco. Avviare o approfondire questa relazione con ciò che ci circonda è già un aprire uno spazio di libertà e ascolto.
Le bacche vanno aperte per lungo e private dei semi e della peluria che contengono, dopodiché vanno lavate leggermente per togliere tutta la peluria e poi fatte asciugare accuratamente tenendole in un luogo caldo e areato per mezza giornata. Metti in un barattolo le noci e le bacche e coprire con il miele. Lascia il barattolo leggermente aperto in modo che possa uscire l’umidità in eccesso e, una volta al giorno, chiudilo strettamente per rovesciarlo sottosopra per una decina di minuti per poi riaprirlo. Dopo circa una settimana il volume delle bacche si sarà ridotto e il miele sarà diventato più fluido perché avrà assorbito i liquidi e le proprietà delle bacche.
La pozione va consumata almeno un cucchiaino a settimana per sette settimane, ognuna delle quali sarà dedicata a modificare uno dei sette atteggiamenti autodistruttivi identificati all’inizio del lavoro.
In caso di effetto insufficiente aumentare la dose fino ad un massimo di tre cucchiaini a settimana.
Le tre settimane successive saranno dedicate a consolidare i risultati raggiunti ed alla guarigione della linea ancestrale femminile nel modo che riterrai più opportuno.
Che le Dea ti porti nel palmo della Sua mano, tesora, con tutto l'amore che può e, mi raccomando, facci sapere com'è andata.
L'apertura della rubrica Dillo alle Streghe sembra aver aperto lo sbarramento che tratteneva un fiume in piena. L'ultimo grido di dolore non può trovare risposta se non in un incantesimo e quindi eccolo qua.
Come per tutti gli incantesimi la base fondamentale da cui partire è una chiara definizione del proprio desiderio. In questo caso è necessario che si sia arrivate alla consapevolezza di quanto sia nocivo il mettere sempre se stesse in fondo alla lista delle proprie priorità. Spesso questo atteggiamento ci sembra l’unico possibile per essere considerate, anche ai nostri occhi, accettabili: l’affetto, il riconoscimento, sembra dover avere come prezzo, per le donne, la negazione di sé.
Prima di passare alla preparazione vera e propria è necessaria una attenta riflessione sulle occasioni in cui ognuna di noi non riesce ad essere egoista e quelle in cui invece ci riesce benissimo. Prima di cominciare a scrivere queste istruzioni abbiamo cercato la definizione etimologica della parola 'egoista' per scoprire quanto sia connotata da un gravissimo pregiudizio: chi pensa per sé viene considerato deprecabile. Siamo invece convinte che la felicità e soddisfazione personali siano prerequisiti essenziali per poter essere utili agli altri, anche solo per gratificarsi reciprocamente con una piacevole conversazione. Egoista non è sinonimo di egocentrico né di approfittatore, ma denota chi sa che per aiutare qualcuno che affoga bisogna saper nuotare.
Se pensi di aver bisogno di un magico aiuto in questa direzione riporta su un foglio di carta almeno 7 situazioni ripetute nel tempo in cui sistematicamente hai fallito nel mettere i tuoi bisogni essenziali prima di quelli degli altri e altre sette in cui invece ci sei riuscita.
Ora pensa alle donne della tua famiglia, mamma e nonne per cominciare ma anche zie o cugine o quant’altre, e scrivia su un foglio almeno tre situazioni che ricordi in cui hai avuto l’impressione che se avessero pensato prima a se stesse e poi agli altri sarebbe stato meglio per loro e per tutti.
Si sente spesso dire quanto sia indispensabile amarsi per essere amate ma, finché non si guarda nel dettaglio quando e come si tradisce questo principio, non è possibile trovare il modo di imparare a praticare un altro genere di altruismo che non abbia come premessa più o meno conscia un desiderio di controllo o la volontà di costruirsi un credito di gratitudine. Ricorda che quanto e se tu sia o meno altruista è una valutazione che può fare solo l’altro.
Nella selezione degli ingredienti e nella preparazione, come al solito, assegnare ad ogni elemento un senso preciso nell’insieme: ad esempio la rosa canina per tirare fuori le proprie spine in caso di resistenza altrui al proprio sano egoismo, il miele per l’indulgenza con se stesse e le noci per l’intelligenza emotiva. Riporta alla mente queste richieste agli ingredienti in ogni passaggio della lavorazione.
Gli ingredienti sono:
- miele di acacia;
- bacche di rosa canina;
- noci.
Le quantità sono tutte q.b. (quanto basta) perché tu sai e lo sai da tanto tempo. Le bacche vanno raccolte dopo le prime gelate in ambienti incontaminati, possibilmente nel bosco. Se sei tentata di cercare le bacche su Amazon ti invito a ripensarci e a ricordare, come dice Clarissa Pinkola Estes, che: “Se non vai nei boschi nulla accadrà mai, e la tua vita non avrà mai inizio.” La raccolta presuppone che tu segua con attenzione le fasi della Luna e le temperature di ogni giorno e notte, perché le bacche vanno raccolte dopo le prime gelate e in giorni in cui la Luna è crescente e in segni di fuoco. Avviare o approfondire questa relazione con ciò che ci circonda è già un aprire uno spazio di libertà e ascolto.
Le bacche vanno aperte per lungo e private dei semi e della peluria che contengono, dopodiché vanno lavate leggermente per togliere tutta la peluria e poi fatte asciugare accuratamente tenendole in un luogo caldo e areato per mezza giornata. Metti in un barattolo le noci e le bacche e coprire con il miele. Lascia il barattolo leggermente aperto in modo che possa uscire l’umidità in eccesso e, una volta al giorno, chiudilo strettamente per rovesciarlo sottosopra per una decina di minuti per poi riaprirlo. Dopo circa una settimana il volume delle bacche si sarà ridotto e il miele sarà diventato più fluido perché avrà assorbito i liquidi e le proprietà delle bacche.
La pozione va consumata almeno un cucchiaino a settimana per sette settimane, ognuna delle quali sarà dedicata a modificare uno dei sette atteggiamenti autodistruttivi identificati all’inizio del lavoro.
In caso di effetto insufficiente aumentare la dose fino ad un massimo di tre cucchiaini a settimana.
Le tre settimane successive saranno dedicate a consolidare i risultati raggiunti ed alla guarigione della linea ancestrale femminile nel modo che riterrai più opportuno.
Che le Dea ti porti nel palmo della Sua mano, tesora, con tutto l'amore che può e, mi raccomando, facci sapere com'è andata.