Yorgos Lanthimos - Povere creature Me l'hanno detto in diverse: "DEVI andare assolutamente a vederlo". Ce l'ho fatta e visto che il tema appassiona pensavo di scrivere una recensione ma ero veramente persa in tutta la enorme meraviglia che c'è in questo film, da tanti punti di vista.
Nei giorni scorsi avevo condiviso sul mio profilo FB questa recensione di Ilaria Franciotti in cui, in sintesi, si sostiene che non sia un film femminista principalmente perché tutto il suo percorso viene raccontato dal punto di vista degli uomini chela circondano; la prendo come una provocazione e confermo la questione male gaze, quello che lei pensa e sente dobbiamo dedurlo da ciò che ne dicono e da come la guardano tutti gli innumerevoli maschi che la circondano. Poi mi è capitato di leggere una recensione che però è stata estratta copiata e incollata da un profilo FB su cui non è pubblicata "per tutti" e quindi riporto le mie considerazioni "di reazione" e ringrazio chi comunque interpreta, perché mi permette di vedere ciò che non sento e ciò che non voglio. Di seguito, poi, qualche analisi riguardo al percorso del viaggio dell’eroina. SPOILER ALERT sia la prima che la seconda parte (soprattutto) contengono necessariamente un sacco di racconti di pezzi di storia. Sapevatelo. La recensione che ho letto non mi trova per niente d’accordo perché: - Bella non ha “evidenti tratti sadici” si comporta semplicemente come una bambina e quello che si dovrebbe fare in questi casi non è “correggere” (che presuppone ci sia, appunto, una motivazione crudele che non esiste) ma mostrare le conseguenze sugli altri dei comportamenti ed educare all’empatia; - sostenere che la sua personalità è “un residuo labile della sua precedente vita dimenticata” vuol dire non credere a lei e ai suoi comportamenti ma a ciò che, alla fine, ci dicono di lei, o meglio ne dice il padre (che poi non siamo nemmeno sicure che lo sia); come al solito le donne non vengono credute. Mi sembra di sentire quegli insegnanti che di fronte a un ragazzo che ha difficoltà a scuola dicono “eh, beh, con due genitori così...”; - “Bella non ha mai sviluppato empatia” ma chi l’ha detto? Anzi, poco dopo si dice che sperimenta i dolore nel vedere la povertà da cui lei è esclusa grazie al suo privilegio e cos’è il dolore per l’esperienza altrui se non empatia? Si sostiene che non sia empatica per come tratta un uomo che si innamora disperatamente di lei e cerca di imprigionarla in ogni modo dopo averla portata con sé al solo scopo di godersela (come dice peraltro chiaramente)? Non sarà che pretendiamo dalle donne la dimostrazione dell’empatia, soprattutto verso chi le ama, in modi codificati e non la vediamo in lei perché non ci si uniforma? - il suo rapporto con gli uomini non è privo di sentimenti, basta vedere come si relaziona al padre e a Max e ad Harry. Non ha sentimenti verso Duncan, e fa proprio bene, ma riesce invece ad essere empatica con alcuni clienti del bordello, per esempio; - non sa coltivare relazioni significative??? e Martha, Harry e Toinette? Vorremmo magari riuscire a vedere che è lesbica e a chiederci perché non riusciamo ad ammetterlo? - il suo ritorno alla casa della madre fa parte, io credo, della sua curiosità e volontà di ricerca scientifica ereditata dal padre. Il vero “buco” del film, secondo me, è che non ci apre il suo cuore, nemmeno a noi che guardiamo, mantenendo il punto di vista maschile, che è quello del regista e che possiamo accogliere (come mettendoci dalla parte di Duncan o del marito) oppure rifiutare decidendo di credere a lei sempre e comunque. Sul fatto che la protagonista sia bella, ho trovato l'attrice molto più bella in altri film, qui sembrava che si cercasse di fare di tutto per vestirla e truccarla in modi che non la valorizzassero, un'altro modo di disubbidire, sul punto forse più importante. Tutto il suo percorso è straniante, secondo me, ed è l’aspetto più interessante, proprio perché non aderisce a nessuna delle regole a cui la nostra socializzazione femminile ci costringe. Il suo comportamento ce le mostra in qualche momento anche in modo crudele e abbiamo due scelte al riguardo: considerarle patologiche o accoglierle come possibilità. Io scelgo la seconda. Quanto alla presenza degli archetipi del viaggio dell’eroina, provo a raccontarli giusto come esercizio. ATTENZIONE QUELLO CHE SEGUE E’ UNO SPOILER ASSOLUTO E TOTALE, SI RACCONTA IN SINTESI TUTTA LA STORIA. Inizialmente Bella è l’incarnazione dell’Innocente, in quanto bambina, in quanto inconsapevole e in quanto piuttosto comoda nel mondo che il padre ha costruito per sé (e poi anche per lei), di cui fa parte anche Max, una specie di giocattolo che God le fornisce con la speranza che sia sufficiente ad intrattenerla. L’innesco che la muove verso il mondo straordinario, cioè tutto ciò che è fuori dalla casa e che le è precluso, non è, secondo me, la scoperta del piacere, quello poteva benissimo continuare a sperimentarlo in casa, ma è la vista di tutto ciò che si muove fuori (prima) e l’arrivo di Duncan, poi. A questo punto Bella parte e diventa l’Orfana, perde tutti i suoi punti di riferimento e comincia ad assaggiare il mondo straordinario. Nel tentativo di Duncan di contenerla lei reagisce rifiutandolo (ed ecco la Guerriera) ed incontra due Angeli Custodi esterni (solitamente le donne devono essere Angeli Custodi di se stesse): Martha e Harry e poi Toinette. Con Harry comicia ad incarnare l’archetipo della Cercatrice, guarda il mondo straordinario e le sue ombre e lo vive per come le riesce. Come Distruttrice abbandona Duncan al suo destino e intraprende la professione di prostituta, distrugge tutto il suo essere precedente e vive con tutta se stessa il mondo che ha tanto desiderato. Arriva a questo punto l’Amante, Toinette e in qualche modo anche Madame Swiney che la mette di fronte all’ombra propria e altrui. Nel suo rivendicare la possibilità di scegliere il cliente per sé e per tutte e nel pretendere dai clienti racconti della propria infanzia e l’ascolto delle proprie barzellette Bella inizia a creare il proprio mondo, a ritagliare la parte di quel mondo straordinario su cui può avere influenza e scelta. Al suo ritorno al capezzale del padre è ormai non solo Sovrana ma anche Maga, colei che si può muovere fra i mondi e possiederli entrambi oltre a poterli raccontare dal proprio punto di vista (ecco, questo semmai un pochino manca…). Come Saggia decide di tornare ancora più indietro, nella vita del corpo che le è stato affidato, che non è il suo ma ha una storia che vuole ascoltare. Vediamo la Folle nelle ultime riprese in cui è rappresentata nel suo antico/nuovo mondo a cui ha dato la forma che desiderava e che è la base di partenza delle sue prossime avventure.
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Sono già diversi mesi che alterniamo gli incontri on line sulla ricerca archetipica sul viaggio dell’eroina con incontri di Seriegineforum in cui insieme riflettiamo su quali archetipi vengano messi in gioco nelle serie tv che abbiamo scelto di guardare ognuna a casa sua nelle due settimane precedenti.
Ultimamente ci siamo mosse un po’ ognuna in base ad ispirazioni diverse e io in particolare ho voluto guardare Inventing Anna di Shonda Rhimes (9 episodi di circa un'ora su Netflix). Avviso subito che sicuramente farò abbondanti spoiler quindi chi li teme torni a leggere quando avrà visto la serie. Le protagoniste sono due: una giornalista (Vivian Kent) in cerca di una storia che la facesse riemergere da una specie di limbo di chi ha perso la propria reputazione dal punto di vista professionale, e una giovane donna (Anna Delvey) che all’inizio vediamo in carcere ma di cui ci vengono raccontate le avventure dal punto di vista delle varie persone che via via la giornalista riesce ad intervistare. La serie supera il test di Bechdel, le donne hanno un nome, gli uomini hanno tutti solo ruoli di contorno, le donne parlano quasi solo fra di loro e comunque solo raramente di uomini. Ogni episodio della serie è incentrato su un punto di vista ed è come se fosse la trasposizione in video dell’intervista che ognuna rilascia a Vivian. Già questa impostazione mi piace molto perché parte dal presupposto che non sia possibile comporre il racconto di una vita basandosi su una sola voce. All’inizio di ogni episodio ci viene ricordato in modi anche divertenti che: “This whole story is completely true. Except for all the parts that are totally made up.” L’ispirazione viene da una storia vera e questo secondo me è uno degli aspetti più interessanti. Tutta la serie è percorsa dal dubbio se, davvero, Anna fosse una ricca ereditiera tedesca o meno e continuamente, invece, Anna ci riporta alla questione centrale: il fatto che fosse vero o no è assolutamente irrilevante, se lei fosse riuscita a portare a compimento il suo progetto tutto avrebbe funzionato, i soldi sarebbero rientrati e la città avrebbe avuto uno spazio magico che mancava. Questa domanda mi viene posta spesso anche riguardo alla magia; quando dico che sono una strega molte mi chiedono: ma stai dicendo che la magia esiste davvero? Cosa vuol dire ‘davvero’? Se davvero vuol dire che ciò che faccio abbia un effetto sulla mia vita emotiva direi che non ci sono dubbi sia riguardo alla magia che riguardo alle persone che si sono trovate ad incrociare Anna Delvey. E forse vale lo stesso anche riguardo alla realtà fuori di noi, ma su questo dovremmo confrontarci un po’ sulla questione dell’eterogenesi dei fini, argomento sempre appassionante. Insomma, nelle poche settimane che dividono la partenza dell’idea di Vivian Kent con tutte le difficoltà che incontra nel suo luogo di lavoro, le varie interviste, il parto di Vivian, e la fine del processo ad Anna il mistero resta fitto e si scioglie solo quando la giornalista, dopo il gran successo del suo articolo, ottiene l’autorizzazione ad andare in Germania a cercare i genitori di Anna. Quello che Anna chiede spesso a tutte le persone che si relazionano con lei è: cosa vuoi da me? Questa donna ha un fascino straordinario, riesce a fare per mesi una vita infinitamente superiore alle sue possibilità economiche ma assolutamente in linea con le sue capacità professionali in ogni ambito in cui si cimenti. Le sue indicazioni su vestiario e belle arti sono straordinarie, intesse relazioni di fiducia con persone di ogni ambito (indipendentemente dalla classe sociale/colore della pelle/professione/reddito) e si mette sempre in gioco profondamente dal punto di vista emotivo, per quanto poi lasci al suo passaggio una serie di debiti di dimensioni colossali. Per la maggior parte le persone “truffate” rientreranno delle somme con cui hanno più o meno volontariamente contribuito al progetto di Anna e chi non rientrerà prima del processo ci rientrerà dopo grazie alla visibilità che questa straordinaria personaggia riuscirà ad ottenere. Ma di chi è il merito di questa visibilità? Della giornalista che ha fatto un buon lavoro? Dell’avvocato che ha collaborato con la giornalista? Dell’amica che costruisce un profilo IG ad hoc per condividere le foto dei vestiti che Anna sceglie di indossare durante le udienze? Di chi testimonia in suo favore? Dell’esperienza del carcere che le dà la possibilità di costruire nel dettaglio una strategia di tessitura di contenuti e relazioni che funziona meglio di un orologio? Ma vediamo un attimo questo racconto dal punto di vista del viaggio dell’eroina. Sicuramente sia Anna che Vivian partono come Creatrici, entrambe hanno chiaro in testa qual’è il mondo straordinario a cui ambiscono. Nel corso del racconto, nei vari episodi che si muovono avanti e indietro nel tempo le vediamo anche in tutti i passaggi archetipici precedenti ma, soprattutto, Anna è una perfetta Amante, colei che ha già visto l'ombra dentro di sé e fuori, che sceglie il sé più autentico e costruisce alleanze con tutte quelle che incontra. Vivian può sembrare un Angelo Custode in alcuni momenti ma Anna è molto precisa nel riportarla sistematicamente al proprio vero intento nella relazione. Mi è piaciuta moltissimo la capacità di Anna di arrivare all’autentico desiderio in ogni persona con cui sceglie di mescolarsi senza nessun romanticismo e con un continuo smascheramento proprio e altrui come forse possono fare davvero solo quelle che hanno fatto i conti con la forte differenza fra etica e moralismo. Alla fine resteranno davvero impoverite solo le persone che si sono relazionate ad Anna in senso predatorio. Quello che la protagonista chiede continuamente è l’adesione ad un sogno e la fiducia che nessun ostacolo sarebbe stato troppo grande. Sicuramente tutti quei momenti in cui si ritrovava a non poter avere accesso ai propri bagagli (e documenti) a causa dei mancati pagamenti degli alberghi sono un po’ angoscianti e sono stata davvero tentata di non credere alla sua disperazione in quelle occasioni. Credo però che sia un buon esercizio stare a guardare le avventure di una persona che volutamente e ideologicamente ignora il principio di scarsità di cui tutte diciamo di volerci liberare, oltre a ogni limitazione di classe che poteva esserle imposta. Non so se possa essere definita femminista e nemmeno antipatriarcale, queste questioni sono oltre la sua visione. Il mondo straordinario che vuole creare non prevede una parte di distruzione, tantomeno del capitalismo (se non nel suo essere fondamentalmente ingiusto quando, come già magistralmente ci raccontò Benigni, i soldi li concede solo a chi già li ha più che a chi sa cosa farne). La sua opera distruttiva si concentra sulle maschere che indossano le persone che la circondano, lei non ne ha bisogno. Ciò che infatti davvero non accetta e le provoca un enorme dolore è quando l’avvocato, sperando di accattivarsi così il favore della giuria, la dipinge come una ragazzina incauta che mai è stata davvero un rischio per nessuno e in questi termini anche Vivian, in parte, la delude. Anna rifiuta l’immagine patriarcale della donna indifesa, delle relazioni pietose, del sostegno lacrimevole e questa è la cifra del suo esserci in tutto il racconto, Io la trovo favolosa. Approfondisco volentieri con cui la guarderà o la ha guardata nella chat dedicata sul server Discord della Scuola di stregheria on line. Ci vediamo lì. Dal 1 al 7 gennaio a Saviore un'apertura particolare della Casa dedicata a mettere insieme il ricordo, le parole, la vita, il filo, i colori, la poesia. Tessere, cantare, tingere, intrecciare versi ed infine legare. Una legatura semplice e preziosa, che racchiuda e concluda le pagine di giorni di incanto in un gesto consapevole, un diario custode di semi da portare con sé fino alla fioritura. Un amuleto intrecciato con le nostre mani, in cui condensare intenzioni e ricordi di un futuro scritto e non accaduto. Utilizzeremo materiali scelti d'istinto, che nutrano l'immagin-azione delle nostre pagine personali e collettive: scarti, ricicli, doni, creazioni. Tutto ciò che potrà, se vorremo, costruire il diario del nostro viaggio. A facilitare il cerchio Annalisa De Luca per il passaggio dal caos all'ordine, dalla lana al filo, Laura Dell'Erba per la Magia di inchiostri vegetali, Lorenza Orlandi per la Musica della lana, Barbara Zippo per la trama del racconto, Siriana Tanfoglio per il Diario di Viaggio. Di seguito il dettagli delle loro proposte. Sarà possibile seguire un solo laboratorio o tutto il percorso per la settimana, il programma dei vari giorni verrà pubblicato a breve. Ci sarà un incontro on line di presentazione domenica 3 dicembre alle 21,30 inizialmente attraverso una diretta su FB dalla pagina della Casa delle Streghe e poi via Zoom per le domande e gli approfondimenti. La presentazione resterà disponibile on line. In quei giorni, per motivi organizzativi, non sarà possibile pernottare presso la Casa e segnaliamo la possibilità di essere ospitate presso la Casa del Parco di Cevo o alla Casa degli Amici della Natura di Saviore. I pasti saranno autogestiti, avremo a disposizione una cucina di comunità e condivideremo le spese per le materie prime (almeno per i pranzi). Ecco i dettagli dei vari percorsi da seguire separatamente o come viaggio complessivo. Filatura rituale (Annalisa De Luca): una antica leggenda dell’Europa orientale racconta di una strega che insegnava la sua arte alle ragazze che le venivano affidate solo mentre tutte lavoravano al fuso. La simbologia legata alla filatura e alla tessitura attraversa le più antiche figure sacre di cui abbiamo notizia in ogni tradizione. Il recupero del gesto del filare e la sua pratica permettono di prendere contatto materico con la spirale che è alla base della vita in ogni sua manifestazione. Tessil anche moltissime metafore legate alla parola e al racconto. La proposta per questi giorni prevede quindi anche un laboratorio di filatura con lane di pecore allevate in Italia e il significato di questo passaggio nel racconto personale del percorso sarà indagato partendo dal gesto e dallo stato meditativo (e quindi estatico) che la filatura a mano comporta. La magia degli inchiostri naturali. (Laura Dell'Erba) Se il segno e la scrittura saranno i mezzi per raccontare del nostro viaggio, li renderemo ancora più vibranti e magici usando inchiostri creati appositamente con le piante. Le piante hanno molti poteri: nutrire, guarire, calmare, eccitare, ammaliare, persino uccidere. Ad ognuna sono legati uno o più archetipi. Anche i colori sono potenti portatori di significati e di magia. Uniremo le proprietà di piante e colori per creare uno o più inchiostri che attraverso pennello e pennino renderanno il nostro racconto un vero e proprio incantesimo. La musica della lana: (Lorenza Orlandi) La musica in passato ha sempre accompagnato la quotidianità delle persone quindi accompagnava anche i vari lavori domestici e non. Mi soffermerò in particolare sui canti della filatura e della follatura della lana portando esempi musicali provenienti da culture contadine del nord europa (isole Ebridi in particolare) nelle quali si è conservato qualcosa di unico e sacro che va oltre la semplice manualità del lavoro. Vedremo quale era la funzione della musica nelle varie fasi di lavoro fino ad arrivare alla “benedizione” del capo finito. La musica inoltre è una pratica che aiuta a stare nel presente e, come accennato da Annalisa, favorisce lo stato meditativo. La trama del racconto (Barbara Zippo) “Nasciamo poesia e diventiamo prosa crescendo”. Filatura, impiego di inchiostri naturali, esplorazione di canti popolari, cammino in natura favoriranno emozioni e sogni. Annotiamo in un taccuino le suggestioni che ci toccano maggiormente per condividerle e comporre dei versi. La forma poetica ci consentirà di amplificare e rinforzare la manifestazione di ciò che abbiamo dentro; infondere intento alla nostra creatività e dilatare il tempo. Inizieremo così a tessere la trama del nostro racconto. Ciascuno potrà dare voce alla lettura dell’altro, donando espressività e incisività alle parole e potremo pensare di creare un poema/racconto corale. Per chi lo chiederà, durante la permanenza, o a seguire, mi renderò disponibile ad un dialogo individuale per approfondire lo sviluppo del progetto personale. Puoi scaricare qui i dettagli dei colloqui individuali proposti da Barbara. Legare un diario intenzionale (Siriana Tanfoglio) Tessere, cantare, tingere, intrecciare versi ed infine legare. Una legatura semplice e preziosa, che racchiuda e concluda le pagine di giorni di incanto in un gesto consapevole, un diario custode di semi da portare con sé fino alla fioritura. Un amuleto intrecciato con le nostre mani, in cui condensare intenzioni e ricordi di un futuro scritto e non accaduto. Utilizzeremo materiali scelti d'istinto, che nutrano l'immagin-azione delle nostre pagine personali e collettive: scarti, ricicli, doni, creazioni. Tutto ciò che potrà, se vorremo, costruire il diario del nostro viaggio. Per informazioni ed iscrizioni scrivi a [email protected]
Saviore non è dietro l'angolo per nessuna ma lì possiamo accedere gratuitamente a spazi grandi, riscaldati e ben organizzati (compresa una cucina di comunità) e non mancano strutture di ospitalità di buona qualità e a basso costo.
Le aperture comunque ci saranno ma se non ci saranno eventi fissati faremo quello che avremo voglia di fare lì per lì e le date potrebbero cambiare quindi se vorreste venire comunque anche senza programma fatemelo sapere scrivendo a [email protected] o riempiendo il modulo qui. Se vuoi sapere quanto costa e altre informazioni sulle Case trovi tutto qui. Benvenuta, ti stavamo aspettando
Il lavoro è solo iniziato, era una prova per vedere quanto spazio ci fosse di studio e ricerca fra gli archetipi per come li abbiamo vissuti fino ad ora e le serie tv. E' stato interessante e abbiamo voglia di continuare. Il prossimo appuntamento è per settembre, dal 22 al 24 a Milano per il Festival delle serie tv. In quell'occasione la Casa sarà aperta e decideremo insieme come proseguire. Per info scrivi a [email protected]
Questo spazio sarà aperto anche a chi non parteciperà alla scuola per tutta la settimana e a chi vorrà guardare le serie da casa propria e commentare attraverso il gruppo WA.
"In Eroine, Marina Pierri prende il testimone da una vasta letteratura filosofica, cinematografica e psicologica, e compie un’operazione ancora inedita: pur parlando del potere delle storie, mette al centro proprio la potenza dei personaggi delle serie tv e mostra il loro valore archetipico, che è poi quello che provoca in noi empatia e riconoscimento. Il grande merito di Marina Pierri – e ciò che rende questo un libro unico – è la capacità di mettere insieme mondi che in genere fanno fatica a parlarsi: quello del femminismo intersezionale – che sottolinea l’urgenza di rappresentare tutte quelle persone che nelle storie classiche sono assenti o disegnate in modo stereotipato – e quello della psicologia del profondo – che cerca di descrivere la vastità dei vissuti psichici e il valore archetipico delle storie. In particolare, mette in luce come le serie tv stiano dando voce a figure femminili assenti nelle fiabe e nei romanzi della cultura patriarcale: figure complesse, vulnerabili, imperfette, che emergono finalmente nella propria diversità." (dalla prefazione di Maura Gancitano a "Eroine: Come i personaggi delle serie tv possono aiutarci a fiorire (ed. Tlon - Numeri primi)" di Marina Pierri). La partecipazione è gratuita ma è riservata alle iscritte all'Associazione Las Medusas. Per maggiori info scrivere a [email protected] L'ultimo viaggio è stato due anni fa, ed era anche il primo. Poi ci sono stati brevi passaggi meno impegnativi, stavolta ripartiamo io e la CaraVanna verso appuntamenti più volte immaginati e abbandonati: un passaggio al Lago di Bracciano con Manifatturerranti di Roberta Denni, a Jelsi (CB) per la festa di Sant'Anna e la conclusione a Navelli (AQ) per la Scuola estiva di lavorazione di lane locali (quarta edizione, mi sembra incredibile...). La partenza è da Firenze sabato 22 luglio per arrivare al Lago di Bracciano in serata (la CaraVanna ha ritmi lenti e spigolosi). Domenica 23 e lunedì 24 terrò un laboratorio di filatura a mano con fuso e ruota ospitato, appunto da Manifatturerranti al Lago di Bracciano. Il programma prevede una prima chiacchierata di avvicinamento alla fibra tramite la manipolazione di cardato, top e filato di vari tipi di lane pettinate e non. Poi si comincia a filare con il fuso ed entro la fine della giornata si prova anche la ruota. Potremo sperimentare insieme la lavorazione della lana dalla fibra al filo compresa la binatura e il finissaggio in modo che ci resti un filo che potremo usare per la tessitura o la maglia o qualunque altro uso creativo. Solitamente per riuscire ad impratichirsi abbastanza anche con la ruota è necessaria una giornata di lavoro e mezza, ma molto dipende dalla propria personale abitudine a lavorare con le mani in attività non ripetitive. Per questo motivo sarò disponibile a proseguire il lavoro anche nella giornata di lunedì 24. Non è obbligatorio partecipare ad entrambe le giornate, è anche possibile iniziare il lunedì. Il laboratorio è aperto sia a chi non ha mai preso in mano un fuso sia a chi già sa filare e vuole perfezionarsi o ampliare le proprie possibilità creative, in particolare riguardo all'uso della blending board e a filati che abbinano fibre diverse. Il viaggio quindi riprenderà verso il Molise e in particolare Jelsi che ospita nei giorni intorno al 26 luglio una straordinaria Festa di Sant'Anna con carri adornati con sculture fatte di spighe di grano e tutto ciò che ne consegue. Sulla via del ritorno mi fermerò a Navelli dove dal 30 luglio al 8 agosto si terrà la Scuola estiva di lavorazione delle lane locali i 14 posti disponibili per la scuola sono già al completo ma è ancora possibile partecipare come uditrice. Le uditrici (non più di due per corso) non partecipano alle attività ma si limitano a guardare e possono fare domande se ciò non intralcia l'attività formativa, oltre a poter aver accesso a tutti i materiali e le attività collaterali. Fra gli aspetti più belli della Scuola ci sono proprio le attività collaterali, l'atmosfera e la possibilità di stare in mezzo e utilizzare fibre, cardatrici, ruote e telai. E' un'esperienza che consiglio, anche come "prova" rispetto alla partecipazione vera e propria. Nel mio tragitto di solito le colazioni, i pranzi e le cene sono occasioni di chiacchierate fra streghe, teniamoci strette e non perdiamoci di vista, anzi, dove ci vediamo? Per informazioni e iscrizioni scrivi a [email protected] E' già qualche anno che dedichiamo una settimana a luglio al lavoro con la lana: lavaggi, cardatura, tintura, filatura, tessitura e feltro. Sono giorni in cui non c'è un programma preciso ma seguiamo l'ispirazione e l'interesse del momento e delle persone presenti, che vogliano passare la giornata a cardare o a raccogliere erbe tintorie o a preparare vasi solari o a disfarsi le mani con acqua e sapone per farsi un cappello di feltro.
Nessuna è maestra nessuna è allieva ma ci si aiuta a vicenda sulla base di ciò che si sa fare, come nella stragrande maggioranza delle attività della Casa. C'è però un'ispirazione di base ed è quella che caratterizza l'azione magica: intento, focalizzazione e azione. Avremo fusi, ruote, lana, acqua, sole, piante, telai, scardasso, orditoio, cantra e tutto quanto serve per spassarsela o anche per ignorare tutto quanto e tuffarsi in un libro. Di seguito un esempio di questo tipo di lavoro, per dettagli sui costi clicca qui, se non conosci la Casa e vuoi maggior informazioni clicca qui, per iscrizioni scrivi a [email protected] Per le feste del Solstizio d’Inverno del 2021 a diverse mie amiche ho regalato un incantesimo tessile. L’idea era di lavorare insieme su un loro desiderio in modo che ciò che era necessario per esaudirlo diventasse parte di una sciarpa. Consegnai loro una busta con le fibre dei colori che mi sembravano i loro preferiti e chiesi di definire il desiderio e, quindi, gli elementi necessari perché si realizzasse, e abbinassero ad ogni fibra uno di quegli elementi. Io li avrei tenuti a mente e intrecciati nelle parole e nell'in-canto nella filatura e tessitura. Alcune si sono attivate subito, altre le ho dovute sollecitare altre hanno opposto resistenza, altre non ne hanno più parlato. Una mi è venuta in mente mentre progettavo l’uso di un filato fatto con una fibra mordenzata con il muschio quercino e tinta con la robbia in vasi solari nel corso della scorsa estate. Mi è venuta in mente perché soffre molto il passaggio autunnale e invernale e la possibilità che potesse portarsi addosso durante l’inverno il sole di fine estate mi sembrava potesse darle sollievo. Però volevo metterci anche altro e allora ecco gli ingredienti che ho buttato nel calderone: la Terra (di due bei marroni in tonalità più chiara per il sostegno e più scura per la stabilità), gli sprazzi di luce nel buio (l’ordito di filo a due capi di pecora Brogna/Lana al Pascolo e una parte della trama filata a mano di pecora Sopravissana), la parte centrale bianca di pecora Saltasassi filata a mano per il piacere di stare nel flusso, una Merinos bourdeaux per il contenimento, un tocco di giallo di pecora Suffolk filata a mano e tinta con la Camomilla dei tintori per la misura e il gusto del giusto sdegno e dell’ira delle Erinni. Non l’ho bagnata al fiume come faccio solitamente perché ci ha pensato la pioggia a portarle il contatto con il ciclo delle acque. E’ pronta per la consegna e il telaio aspetta di ospitare un nuovo sogno, altre parole, altri elementi, altri canti. Nei giorni delle Streghe filanti a Saviore dell'Adamello con Laura Dell'Erba - Lalazoo Artelier per la prima volta abbiamo condiviso in un percorso completo la via che porta dal desiderio alla focalizzazione all’azione incentrando quest’ultima su un oggetto tessile. Abbiamo preso ispirazione dalle carte dell’Oracolo delle tessitrici, ci siamo incontrate on line sette volte e poi di persona dal 20 al 25 aprile, ed è stato davvero molto nutriente partecipare all’atto creativo di donne tanto diverse fra loro ma accumunate dalla stessa magica determinazione. La Casa si è dimostrata nuovamente lo spazio sicuro che vuole essere e tanto di detto e di taciuto ci ha fatto diventare comunità sognante. Utilizzare e attraversare spazi pubblici ci ha permesso di essere più visibili e anche avvicinabili, ci ha dato contatto con chi solitamente guarda e passa, ha aperto nuove possibilità. Grazie per questo al Museo della Resistenza della Valsaviore, la Casa del Parco di Cevo e le Amministrazioni comunali di Saviore dell'Adamello e di Cevo. Nessuna ha completato il lavoro nei sei giorni insieme ma sapevamo che sarebbe stato così, ci vedremo ancora on line per aggiornarci, anche con chi ha seguito solo la parte di percorso via Zoom. Intanto qualche foto in più di quelle che ho già pubblicato sui social in quei giorni, che parlano molto meglio di me di ciò che è stato e di quanto ha lasciato. L’esperienza è stata preziosa da tanti punti di vista e mi ha dato spunti e appigli di organizzazione e precisione anche riguardo al mio personale lavoro magico. Ho sempre lasciato molti elementi al caso nel mio tessere incantesimi: una volta scelte le fibre e i colori, realizzati filati per la trama e scelto l’ordito si trattava di alternare colori, spessori e lunghezze secondo l’ispirazione del momento tenendo presente cosa ogni colore e ogni filo dovesse portare al disegno completo anche in termini energetici. Il lavoro che ho iniziato al mio ritorno è un regalo e la persona destinataria non ha scelto gli elementi magici che lo compongono. Sono stata io, quindi, ad indagare ciò che vorrei che l’accompagnasse quando la indosserà, come se fosse una benedizione. Questo lavoro finirà per parlare più di me che di lei, come ogni regalo d’altronde. Non riusciremo a riproporre un percorso come questo in tempi brevi ma è possibile avviare un lavoro personale di ricerca sul desiderio e di realizzazione tessile. Qui maggiori info, intanto ci vediamo a Capo di Ponte (BS) per In Nomine Matris il 17 e 18 giugno dove terrò laboratori di filatura con fuso e ruota il sabato e la domenica dalle 10,20 alle 12,30. Per maggiori info ed iscrizioni scrivi a [email protected] A presto! Una settimana di impasti che si susseguono uno dopo l'altro e, nei tempi di attesa della lievitazione, la meraviglia delle Alpi, di un luogo estraneo ai flussi turistici di massa, possibilità di passeggiate, chiacchierate, raccolta di erbe spontanee officinali e mangerecce, o il semplice aspettare, osservare, odorare, occuparsi.
A Saviore dell'Adamello (BS) dal 9 al 16 luglio 2023, la possibilità di avviare la propria conoscenza con la pasta acida e la lievitazione naturale del pane e di altri lievitati, approfondirla, o trasformarla in consolidata amicizia. Il programma prevede un'introduzione generale valida per tutte e tutti, sia che facciano il pane da anni, sia che sia la prima volta che si azzardano, la sperimentazione di alcuni impasti di base (standard e ad alta idratazione), l'esperienza di farine di diverse varietà di grano tenero e di grano duro, l'utilizzo di cereali senza glutine e gli effetti dell'uso di farine con diversi livelli di raffinazione. Uno spazio privilegiato di discussione e approfondimento verrà dedicato alle farine di grani antichi e alle popolazioni evolutive. In generale ci concentreremo su come ottenere il meglio da farine con presenze di glutine ridotte sperimentando impasti particolari come l'autolisi, l'impasto caldo, l'uso del freddo, la pasta di riporto e la fermentazione lunga. Non mancheranno anche alcuni impasti dolci, la pizza e le focacce e tutto ciò che avremo voglia di sperimentare. I laboratori saranno tenuti da Annalisa De Luca, fondatrice de La Casa delle Streghe e autrice di "Facciamo il pane - Manuale pratico con oltre 50 ricette per imparare a fare il pane con il lievito naturale" edito da Terra Nuova Edizioni dal 2007 e oggetto nel 2021 di una nuova edizione integrata proprio da un focus su impasti speciali e farine deboli e da una sezione sui pani delle feste. Le possibilità di pernottamento in zona sono molteplici, di buon livello e non troppo costose. E' possibile partecipare anche solo ad alcune giornate e non a tutte ma sono obbligatorie quelle del 9 e 10 luglio in modo da stabilire una impostazione e un linguaggio comuni che ci permetta di lavorare bene insieme nei giorni successivi. Di seguito il programma dettagliato. Ogni giornata prevede una sola lavorazione e comprende la preparazione dell'impasto, alcune lavorazioni successive e i tempi di attesa. Tendenzialmente si inizia verso le 10 e si finisce verso le 16: - domenica 9 luglio ore 16-18 arrivi e sistemazione, rinfresco della pasta acida e legatura. La sera cerchio di conoscenza e condivisione delle proprie modalità di panificazione (in caso di esperienza al riguardo) oltre alla descrizione dei propri principali interessi di approfondimento; - lunedì 10 luglio - il pane semplice, ricetta standard. Nella giornata preparazione e cottura del pane nel forno a gas; - martedì 11 luglio - il pane semplice, ricetta ad alta idratazione. Nella giornata preparazione e cottura del pane nel forno a legna - utilizzo dei cestini/stampi; - mercoledì 12 luglio - autolisi; - giovedì 13 luglio - fermentazione lunga; - venerdì 14 luglio - uso del freddo (pizza e focacce); - sabato 15 luglio - impasto caldo e saluti. Per informazioni ed iscrizioni scrivere a [email protected] |
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Chi scrive quiAnnalisa Biancardi De Luca Battaglia. Sempre in cerca di ciò che è autentico, fra boschi, vette, valli, foreste e musei... Archivi
Febbraio 2024
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